So che devo uscirne, ma ancora è difficile

Oggi, dopo più di un anno e mezzo, l'ho incrociata senza che lei mi vedese. Non ho avuto il forte contraccolpo che pensavo di provare ma una strana sensazione mista rabbia e pena. Non posso negare
di continuare a pensarci ma forse finalmente qualcosa inizia a cambiare sebbene temo che un eventuale incontro mi imbarazzerebbe molto.

Bene Alex, continua così, e no contact

Il no contact ormai è la cosa più facile da fare, è ancora difficile gestire i momenti di autonomia del cervello.

Sto frequentando una persona, siamo agli inizi, ma si sta verificando quello che temevo. In ogni posto e ogni situazione penso cosa avrei fatto se ci fossi stato con la ex np. Di conseguenza partono i pensieri uguali e contrari, forse non sarei stato me stesso, sarebbe stata una serata ad alta tensione. Tutto ciò a discapito di quello che potrei vivere attualmente, e non è giusto. Non sono ancora pronto, vorrei ma la mia mente ancora non è libera e serena. Per lo meno ora il pensiero non è più così soffocante e lacerante ma è pur sempre ancora presente.

alex, sono molto contenta per te, sai che vuol dire, che te vuoi andare avanti, e' normale che tu paragoni, che tu pensi , che faccia confronti. Ma la persona che hai di fronte è nuova, hai provato a parlarle ? anche in questo caso devo dirti e lo penso davvero che devi darti tempo . Sai il mio narci mi aveva traumatizzata su tantissime cose, una delle quali i bar....ho dei ricordi orribili lì . Appena e' passato un po' di tempo, un bel pò per l'appunto, mi sono forzata ma ragionando, sono andata da sola in 2 o 3 bar traumatici per combattere la sua ombra, e le mie paure. Sono contenta di averlo fatto, sai, ora non ho più paura, e altri fili tagliati che mi legavano a lui

Purtroppo ancora non riesco a lasciarmi andare, troppe paure pensieri e rabbia. Non si può stare con una persona e pensare ad un'altra in ogni luogo dove si va.

Per me questa fase è come un gioco d'equilibrio, dove l'equilibrio delle cose cambia progressivamente nel tempo.

Da una parte il pensare ai momenti belli passati con loro diminuisce il dolore derivante dalla consapevolezza di esser stati usati, venendo percepiti solo come strumento per un fine. La controindicazione è che si presta il fianco costantemente a scivolare nuovamente, anche se solo parzialmente magari, nella vecchia illusione.

Dall'altra il pensare ai momenti orribili, i stati confusionali a noi indotti con tanta leggerezza, diminuiscono il dolore della separazione, dell'abbandono, del lutto. La controindicazione è che il dolore delle umiliazioni, con il richiamo alla nostra memoria di tali episodi, diventa istintivamente nuovamente acuto, fresco.

Credo che inizialmente prevalga una nostra tendenza ad indugiare troppo sui bei ricordi, al fine di addolcire la pillola della piena presa di coscienza di quanto poco importava a loro di noi. Poi, man mano che c'e ne si fa una ragione, si passa gradualmente invece ad indugiare sempre più sulle memorie dei momenti orribili, con la paura (ed una celata speranza) che un giorno potremo forse dimenticare quest'esperienza... in realtà non c'è pericolo, vista anche l'importanza di ciò che si apprende. Nessuno scorda l'NP.

...ah e dimenticavo la parte più importante... cioè che poi arrivi al punto in cui non ci pensi più! ...insomma infine si arriva al momento che proprio non se ne può più di pensare a loro. Troppo tempo... però che vuoi, è la natura, che so come in agricoltura: pianti la vigna? E allora aspetta 3 anni che si sviluppi prima che vedi il primo chicco d'uva... son tempi lunghi e non si possono forzare... però alla fine l'uva arriva!

Undefeated ha scritto:...ah e dimenticavo la parte più importante... cioè che poi arrivi al punto in cui non ci pensi più! ...insomma infine si arriva al momento che proprio non se ne può più di pensare a loro. Troppo tempo... però che vuoi, è la natura, che so come in agricoltura: pianti la vigna? E allora aspetta 3 anni che si sviluppi prima che vedi il primo chicco d'uva... son tempi lunghi e non si possono forzare... però alla fine l'uva arriva!

verissimo!

concordo e quoto: bisogna aver pazienza e costanza...ma alla fine i frutti arrivano, e sono deliziosi!

E allora aspetto, non vedo altre soluzioni. Anche le cose belle ora le ricordo come se fossero solo finzioni e forzature, quindi non ho ricordi nostalgici. Questo genera una rabbia enorme, il senso di essere stato oggetto di scherno e passatempo.

Buonasera Alex. Sono Marika, sono nuova del forum.
Ho recentemente chiuso una relazione con una persona che mi ha fatto soffrire molto per motivi che non sono mai riuscita a capire. Non mi. Interessa più ormai, e non sono in grado di fare una diagnosi di narcisismo, ma in fin dei conti non è importante saperlo. Il nostro dolore c'è e rimane qualunque fosse il problema della persona che ce l'ha inflitto, e dopo esperienze simili è meglio investire energie a capire noi stessi piuttosto che capire un irrecuperabile.
Abbiamo al centro il nostro dolore. Non si può dimenticare il dolore, essendo quel periodo della nostra vita una parte di noi. Non va bene neanche tentare di reprimere le emozioni, cosa che nella nostra cultura purtroppo pare l'unica opzione per non passare da mammolette.
Come dobbiamo gestire allora questi ricordi dolorosi? Sapere cosa sono i ricordi, come si formano, perché restano così insistenti, può aiutarci tutti qui.
I ricordi sono il modo che ha madre natura per non farci rifare gli stessi errori (a noi e agli animali!). Quelli negativi sono così duri da scacciare proprio perché le esperienze "pericolose" è davvero meglio non ripeterle! Fin qui non possiamo che ringraziare madre natura.
I ricordi poi sono come le fotocopie. Ogni volta che fai la copia della copia, diventa sempre più sbiadita e poco chiara. Anche i ricordi, anche quelli più brutti, ogni volta che tornano alla nostra mente diventano impercettibilmente più sbiaditi, fin quasi a perdere il loro significato. Ci vogliono anni e anni magari... Ma se dicono che il tempo cura tutte le ferite un motivo ci sarà!
Però noi non possiamo aspettare tutta la vita che i ricordi brutti svaniscano da soli, no?
I ricordi cosa sono se non emozioni? E chi è che li crea? Il nostro cervello. Quando ricordiamo, il nostro cervello quindi ricrea quell'emozione, in questo caso negativa, e può farlo per tutta la vita, se noi non cambiamo qualcosa! Chi ha il controllo del nostro cervello, dei nostri pensieri, delle nostre emozioni se non noi stessi?
Le nostre emozioni (e quindi i nostri ricordi) dipendono solo da noi e da come interpretiamo la realtà . Attenzione NON DALLA REALTÀ, ma da come noi la vediamo ogni volta. Ti faccio un esempio: immagina un prato fiorito. A me da emozioni positive. Magari anche a te. Chiedi a un allergico al polline se sente emozioni positive! Eppure è sempre lo stesso prato fiorito. Quello che cambia è come ciascuno di noi lo vede in base alle nostre esperienze, i nostri valori, quello che crediamo giusto o che ci è stato insegnato come giusto.
Quindi se i ricordi non dipendono da cosa è successo realmente, ma da come abbiamo vissuto quell'esperienza, significa che basta cambiare il modo in cui vediamo quell'esperienza. È solo NOSTRA la responsabilità delle nostre emozioni e dei nostri ricordi. La persona che ci ha fatto soffrire non ha nessun potere sui nostri pensieri, è solo nostro quel potere! Decidiamo noi se pensare positivo o no, indipendentemente da cosa succede/è successo/succederà!
Questo ragionamento a me ha dato una grande forza e un grande senso di autonomia. Spero di essere riuscita a trasmetterla! Non è tutta farina del mio sacco, mi ha aiutata tantissimo un sito diventarefelici.it che consiglio a tutti di visitare per imparare a trasformare le emozioni negative (presenti e passate) in emozioni positive.
Un abbraccio, Alex

Grazie. Io penso che questo tu discorso tra l'altro interessante, appartiene ad una fase in cui si affrontano i ricordi solo in materia razionale e ciò avviene naturalmente dopo un passaggio di tempo più o meno lungo. Arrivare a questo controllo è già aver raggiunto un obiettivo. La fase precedente è quella brutta in cui i pensieri che affiorano non sono completamente razionali ma ancora necessitano un nostro sforzo per potergli analizzare in maniera razionale ma ciò dopo che hanno portato nuovamente ad una sofferenza.

E se ti dicessi che ho lasciato il mio "patologico" (diagnosi accertata borderline con dipendenza se**uale ) il 16 febbraio di quest'anno? Se in poco meno di un mese sono riuscita ad arrivare a questo livello di serenità non è perché ho superpoteri o ho usato sostanze magiche. Non è perché ho sofferto poco (durante e dopo la relazione). Non è nemmeno perché io ho 30 anni e ho la mente più flessibile (vedo 30enni del forum che da anni rantolano nel buio). È perché ho cambiato modo di vedere la realtà. Non è autosuggestione Alex ... Leggi sul sito diventarefelici.it l'articolo sui pensieri positivi-esercizi. Capirai meglio cosa intendo.
Possiamo cominciare tutti da subito a stare meglio, abbiamo tutte le risorse per farlo, credimi! Un abbraccio e buona giornata!

Hai un figlio. Ciò che vivi tu di doloroso va a finire tutto su di lui.
Vioi ancora farti e fargli del male?
Blocca il suo numero.
Niente più caffè e nessun incontro.
Pensa a te stesso e a tuo figlio.
Smettila di illuderti che sia una donna giusta per te.
È un'attrice che vuole attenzione.
Bloccala dovunque e non ci ripensare.
Lei ti sta solo usando.
Fallo per tuo figlio se non lo vuoi fare per te.
Ma cancellala dalla tua vita.
Salvati.

Si, bloccata subito ovunque. Ora non so ma per lungo tempo si faceva viva con i miei amici stretti coi quali tra l'altro non ha mai avuto in precedenza un rapporto. Penso fosse un segnale. Comunque resto convinto che l'orgoglio e la paura di non sembrare debole sono superiori a tutto.

Riprendo il mio post ma sostanzialmente senza novità eclatanti. Ultimamente frequentando una persona pensavo di aver cancellato gli effetti della mia esperienza ma ora mi ritrovo che anche questa storia è finita e pensandoci bene senza dispiacere o rancore o altro. Sono stati mesi in cui il confronto col passato è stato una costante, nonostante le attenzioni e l'empatia creata. La ferita non mi permette di avere una relazione serena e vedo ogni donna come se fosse solo creatrice di falsità, cattiverie e di tutto ciò che di negativo può succedere in una coppia. Vedo i miei amici sposati o accoppiati come se fossero i sacrificati di turno. La spiegazione più immediata che mi do è che ancora non ho trovato la scintilla.

Ciao Alex,

Sai forse non è un male, anche se può risultare doloroso renderci conto di quanto siamo stati danneggiati, quanto profonde siano certe cicatrici. Quello di cui vale rendersi la pena è che nel nostro "dopo" gli allarmi squillano assai facilmente... ma son pur sempre allarmi. Questo rende praticamente impossibile sentirsi coinvolti in rapporti che presentino un qualsiasi grado di superficialità, di ipocrisia o di qualsiasi cosa che rappresenti il prendere una strada potenzialmente tossica nello sviluppo del rapporto. Questo, unito al fatto che oggigiorno una gran parte dei rapporti tra uomini e donne siano fondati su compromessi in realtà insostenibili a lungo termine, poco giustificabili, ci rende dei compagni particolarmente esigenti. Insomma, quante delle coppie che vedi rischiano un giorno, magari in vecchiaia, di rendersi conto che per il quieto vivere hanno ignorato chi realmente fosse il loro sposo, o la loro sposa? Quanti sono mariti che all'occorrenza non vedono l'ora di fare un tuffo dove l'acqua è più blu, vivendosi una scappatella? Quante sono mogli che farebbero volentieri altrettanto? Quanti stanno insieme solamente imparando a sopportarsi? Magari in nome di un presunto bene per i figli?

L'unico problema è che dopo un esperienza come la nostra, non si trova più il senso in un qualcosa che REALMENTE non ha senso. Si ha una repulsione per qualsiasi forma di "recita", di vivere di apparenze, di ipocrisia, tutto qui. Mi piace credere che se un giorno incontrassi un superstite a questo tipo di esperienza, ma donna, e ti sentissi attratto a lei, le cose potrebbero andare in maniera molto diversa. Perché? Perché ti ritroveresti davanti un'altra persona che ha un livello di "coscienza" alta quanto la tua su quanto facilmente certe piccole ipocrisie siano una mancanza di rispetto e possano nel tempo portare al disastro.

Se a quanto scritto sopra ci si aggiunge che chi ha determinate caratteristiche è, e rimane, il tipo di persona che comunque risponde all'identikit del target perfetto per il/la Narcisista, ben venga il procedere con i piedi di piombo. Io nei ultimi tre anni son stato approcciato perlomeno da 2 se non 3 donne Narcisiste, e son estremamente contento di esser stato finalmente in grado di riconoscerle come tali. Non ho certo perso tempo, non più. Ho perso il conto sulle donne sposate che avevano voglia di flirtare, ma non mi ha interessato sapere fin dove fossero disposte ad arrivare. Più semplicemente mi rattristavo pensando ai loro matrimoni. Parimenti quando vedo un uomo maturo accompagnato da una ventenne, non vedo un uomo di successo, vedo un uomo immaturo ed illuso. Un marito che ha l'amante? La stessa cosa. Son tutti modi di mal celare la pochezza dell'individuo, uomo o donna che sia. E di pochezza in giro c'è tanta. Viviamo in un epoca dove la pochezza viene pubblicizzata come indice di successo. Se non ti fai condizionare è un bene, non un male.

Vedrai che quando in mezzo ad una distesa di immondizie scorgerai una perla, farai tutto il necessario per farla tua e proteggerla. Mai deludendola.

Di perle in giro ora non ne vedo, ma sicuramente ci sono. Per ora non cerco e non mi aspetto nulla, sono ancora stupito per come questa esperienza possa aver irrigidito il mio modo di vedere la relazione. Vedo troppo egoismo, apparenza, ostentazione, non è roba per me e non lo è mai stata

dopo si vedono le cose diversamente, o si studiano maggiorente le persone . Abbi pazienza, anche quello serve per prenderti cura di te