amore, narcisismo e relazioni patologiche
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Alex
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So che devo uscirne, ma ancora è difficile Empty So che devo uscirne, ma ancora è difficile

Ven Ott 19, 2018 11:47 am
Intorno a 50 non pensavo di poter più subire un trattamento psicologico così.
Cercherò di essere breve. Ero impegnato ma lei comincia e continua a frequentarmi e io resto attratto al punto di troncare la storia in corso ed iniziarne una con lei. Storia durata 7 mesi, i primi 2 o 3 bellissimi poi comincia il distacco, la freddezza, le accuse ma sempre dichiarando di non voler chiudere, anzi, di cercare di trovare un equilibrio. Poi le accuse di controllo nei suoi confronti, accuse senza fondamento, fino alle mie lamentele e richieste di maggior tempo per me. Gli argomenti già da tempo riguardano quasi esclusivamente il suo lavoro, soddisfazioni interessi e gratifiche solo nel suo ambito professionale, lei non affronta mai la sfera dei sentimenti e se lo faccio io seguono solo lunghi silenzi. Dico che comunicare è importante e risponde che non ha la forza di affrontare le questioni sul nostro rapporto, troppo presa da lovoro e figlio. Anche io ho un figlio ma quando non sta con me il mio tempo è per lei. Dice che non vuole perdermi e che spera che le cose in futuro possano cambiare, che non ha mai avuto la confidenza che aveva con me e cosi via. Una sera, per telefono, all'improvviso dice che non vuole andare avanti ma senza motivazioni o preavvisi. Successivamente vengo a sapere che non ha un altro, che è solo proiettata nel lavoro e che dopo la sua separazione non si fida di nessuno e che non vede la sua vita con un altro uomo.
Dopo la chiusura ci rivediamo un paio di volte, volevo vedere se voleva parlarmi e spiegarmi ma si è parlato di tutto tranne che di noi. Ho notato una freddezza e un distacco che ancora non riesco a spiegarmi. Poi non l'ho più cercata cercando di dimenticarla e farmene una ragione, ma periodicamente ogni 2 settimane/ un mese arriva una foto, un messaggio o una richiesta di caffè ma sempre seguiti poi da silenzio assoluto e senza mai affrontare alcun discorso personale.
Dall'ultimo periodo della relazione ho iniziato ad informarmi sul suo comportamento e troppe cose mi hanno portato al narcisismo fino a leggere, e sentirmi dire da un professionismo, aspetti teorici sul DNP e sull'anaffettività che ricalcavano quasi alla perfezione il suo comportamento dall'inizio alla fine della relazione, a anche il post.
Ad oggi, passati 5 mesi, ogni volta che propone un caffè e che ci vediamo, io ricado in un profondo dolore dal quale ancora non sono uscito.
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Bianca
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Ven Ott 19, 2018 6:36 pm
Soffri perché tu hai investito molto in questa storia.
Inizialmente tu eri una conquista da ottenere a discapito di un'altra donna, il fatto che tu l'abbia preferita per lei è stato centrare l'obbiettivo!
Ora passerà ad altro e non te ne fare una colpa, tu le volevi bene per come pensavi che fosse ma è stata lei ad ingannarti... mi sento di consigliarti da subito il no contact, cioè un distacco significativo da lei, averci a che fare ti crea dolore e dipendenza. Lei continua a tenerti legato non certo per amore te lo garantisco!
Il no contact la porterebbe a tornare da te per non perdere il suo dominio, anche in maniera affettuosa o facendo leva sui sensi di colpa ma poi una volta che cedi ti tratterà sempre peggio, lo sai che fanno così.
Liberati da idee romantiche che la riguardano perché non hanno idea di cosa significhi volere il bene di qualcuno!
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Alex
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Ven Ott 19, 2018 7:14 pm
Sono ormai mesi che non la cerco, mi scrive lei ogni tanto. Più ci penso e più credo che sia una persona non stabile mentalmente e questo mi porta a non cercarla, non è affidabile e nutro dubbi sulla sua sincerità. Mai avuto a che fare con una donna cosi fredda e distaccata, a volte mi sembrava di stare con 2 persone diverse.
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Alex
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Ven Ott 19, 2018 7:17 pm
Naturalmente mi pongo anche io delle domande sulle mie colpe ma poi la coscienza la trovo pulita.
Questa esperienza mi ha creato molte perplessità su eventuali relazioni future, cresce la diffidenza e la sensazione di non poter più amare senza compromessi.
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Bianca
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Sab Ott 20, 2018 12:44 am
Qualsiasi relazione ha dei compromessi, limiti e regole non scritte... il problema comincia ad esserci quando ci sono ricatti, mortificazioni e freddezza.
Ti assicuro che si sopravvive ma inizialmente si fatica ad avere fiducia dell'umanità intera, temi sempre di essere ingannato, beh... rischierai come hai sempre fatto con qualche conoscenza in più su quello a cui dovrai stare attento. Io ho faticato a stabilire una relazione con il mio compagno, l'ho fatto anche soffrire a causa dei miei dubbi, sospetti e paure. Io credo di aver cominciato la terapia proprio spinta dal desiderio di non farlo stare male, prima o poi si sarebbe stancato e lo avrei capito benissimo! Fare terapia per me è stato decisivo, lo è per tutti in realtà e soprattutto devi avere fiducia in te stesso, è importante! Non ti concentrare su di lei, quello che dice o fa, concentrati su te stesso e su chi puoi essere!
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Sab Ott 20, 2018 10:13 am
Avete mai avuto il dubbio che in effetti l'altra/o non sia un narcicista e che tutto sia frutto della nostra voglia di interpretare la situazione per darcci risposte? Forse è quell'ultimo sottile filo che ci tiene legati a loro e che è il più difficile da tagliare. Certo poi la costatazione di fatti e comportamente allontana i dubbi. L'unica uscita credo sia il passare del tempo.
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Angelica
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Sab Ott 20, 2018 10:20 am
Capisco profondamente questa sensazione di perdita di fiducia nei confronti dell'umanità. Io credo di non essere ancora uscita dall'ossessione per il mio ex NP, con il quale ho troncato i rapporti da 4 mesi si badi. Però ho tanta voglia di godermi la vita e di trovare un nuovo affetto e da poco ho iniziato a frequentare una nuova persona. Ne sono attratta ma sono piena di dubbi, alle volte ho la sensazione di non potercela fare e mi viene voglia di mollare tutto. Credo che gliene parlerò, voglio essere onesta sin dall'inizio e spero nella sua comprensione. La vita mi ha messo sulla strada un uomo particolare, ha un padre narcisista di cui parla senza rancore e lui mi sembra completamente a posto, mentre sua sorella ha una vita drammatica...
Potrebbe essere così forte da non essere stato danneggiato dal padre? Davvero mi sembra l'opposto di un narcisista, è ironico, gentile, creativo, ha gli occhi sinceri. Ma in qualche modo mi sento frenata....
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Sab Ott 20, 2018 11:36 am
Quando si esce da queste relazioni il dubbio la fa da padrone. Non abbiamo più fiducia nelle nostre capacità, prima di tutto perché il narcisista ci disorienta, una delle loro tattiche è proprio quella di allontanarci dalla realtà, dal nostro ambiente, dai nostri affetti, ci induce all’isolamento per Avere occhi solo per lui. Poi distrugge l’autostima, ti fa sentire sbagliata, inadeguata, a qualsiadi età crollano le certezze che avevi sui tuoi talenti. Quando te ne allontani, questa situazione permane e continui a ricercare colpe nei tuoi comportamenti. L’unica colpa che abbiamo è quella di non averli riconosciuti ed avergli permesso di usarci e poi buttarci via. Dobbiamo lavorare su questo per non farlo accadere un’altra volta. La paura che l’altro si trasformi in un mostro non ti abbandonerà tanto facilmente. Ma il mondo è fatto anche da persone perbene che sanno amare.
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Sab Ott 20, 2018 11:45 am
Il fatto di iniziare a relazionarsi con un'altra persona è già un grande passo avanti a patto che non sia solo un tentativo di dimenticare l'np.
Io sono ancora nella fase del tentativo di cercare tante risposte, della delusione, della rabbia.
Lessi una frase molto esplicativa: non ci si innamora della persona ma dall'immagine che questa crea di se stessa. Ed è proprio questa la grande sofferenza, scoprire che la persona alla quale hai dedicato tanto non esiste, una volta tolta la maschera rendersi conto di avere difronte una scatola bellissima ma purtroppo vuota.
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Sab Ott 20, 2018 12:29 pm
Quando stavo con il mio ex mi era venuto persino il dubbio di essere io l'NP, ero talmente confusa e sofferente che non riuscivo a mettere a fuoco la realtà....ma sentivo che in lui c'era qualcosa di profondamente sbagliato che nn riguardava affatto me. Tutt'ora faccio fatica ad accettare i gravi danni che il narcisismo comporta, lo percepisco come una specie di maledizione che condanna l'attore all'infelicità perenne e la vittima ad una delusione che lascia un segno indelebile, anche se la vita va avanti, ci mancherebbe.
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Sab Ott 20, 2018 12:54 pm
La vita DEVE andare avanti, serve per capire che abbiamo solo avuto a che fare con persone malate, un passo falso. Fuori c'è di meglio, le nostre esperienze passate ce lo dicono. Non è facile ed immediato razionalizzare e dimenticare tutto, essere lasciati è sempre doloroso ma in questi casi è un pò peggio, forse entra in causa il fatto di sentirsi presi in giro. Nel mio caso mi disturba la velocità e freddezza con la quale è stata presa la decisione, comportamento del post senza mai affrontare alcun discorso. Sembra che tutto possa essere fatto e detto senza considerare i sentimenti e il rispetto, per me non è così
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Sab Ott 20, 2018 3:00 pm
Personalmente vivo con grande senso di colpa o di inadeguatezza, non riesco a capire, il fatto di aver perso la testa per un uomo che umanamente valeva meno di zero. Non ho amato così intensamente e disperatamente neanche il padre dei miei figli e comunque nessuno, a parte il mio primo amore giovanile. Ero completamente presa da una persona che mi ha mentito, mi ha fatta sentire sbagliata e colpevole, che mi controllava e che un momento era accondiscendente, un altro freddo, un altro vago. Mi chiedo cosa diamine abbia visto in lui, quale cavolo di fascino abbia potuto esercitare una persona così vuota. Non mi do pace per essere stata così ingenua.
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Sab Ott 20, 2018 3:54 pm
Idem come te Angelica, fin dall' inizio ho avvertito che qualcosa non andava, che c'era qlcs di torbido, tossico, che stonava... eppure ci sono cascata come una polla e non mi capacito di questo. Io, mamma, con un lavoro di grande responsabilità, un mutuo sulle spalle, mi sono andata a intortare in una relazione simile... eppure come dice Alex abbiamo anche avuto relazioni sane , con persone "normali", quindi gli esempi giusti li abbiamo .
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Sab Ott 20, 2018 4:50 pm
Leggere che non si è unici ad aver subito questo trattamento sicuramente aiuta, così come aiuta uscire e vedere che fuori c'è un mondo dopo aver vissuto in una bolla di finzione. Penso che ci vorrà tempo ma se ne può uscire, loro non credo possano uscirne. Nel mio caso sto ricostruendo il puzzle, le situazioni delle amiche, le sue precedenti storie, la sua vita attuale. Un filo logico che si ripete, situazioni analoghe con le quali si confronta in vite coniugali fatte di solitudine finzione tradimenti e opportunismo. Credo che l'np si circondi appositamente di queste figure proprio per non sentirsi giornalmente sbagliato, ma nella vita di coppia non è propio la stessa cosa e presto o tardi lasciano per non essere lasciati uscendo da vincitori (pensano loro !)
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Sab Ott 20, 2018 5:24 pm
Io vedo che spesso la faccio facile, ma in momenti di solitudine ammetto che è ancora molto dura. Ricordi, aspettative, sacrifici, entusiasmo, tutto stracciato e cancellato da silenzi e improvvisi distacchi.
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Sab Ott 20, 2018 9:02 pm
Ti capisco bene Alex, per me é dura soprattutto nei weekend in cui mia figlia é col papà. Mi sforzo di uscire , vedo gli amici, anche oggi pom ero col gruppo a cantare e fare buona musica, ma ora sono a casa , non avevo voglia di uscire stasera.
Bisogna però da una parte sforzarsi di fare e pensare ad altro, dall' altra vivere fino in fondo il dolore, piangere, sfogarsi, anche urlare se necessario. Solo così , affrontandolo e sentendolo fino in fondo possiamo davvero liberarcene e andare avanti.
Lascia pure che riaffiorino i ricordi e sfogati. Poi starai meglio.
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Dom Ott 21, 2018 11:19 am
Vero, anche io trovo conforto in mio figlio quando sta con me anche perchè non ho tempo di pensare ad altro, ma sento la necessità di uscire e stare tra la gente. A volte però penso che se dovessi incontrarla, magari con un altro, ho paura di tornare indietro e cancellare i piccoli miglioramenti fatti. Ci vorrà solo tempo e penso proprio che al suo prossimo tentativo di contatto non risponderò.
Mi piacerebbe sapere se esiste un collegamento tra anaffettività e narcisismo, se la prima può essere l'anticamera del secondo, se sono due patologie che differenziano solo per gravità nei comportamenti.
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Lun Ott 22, 2018 10:43 am
Ciao Alex,

Anaffettività e narcisismo sono intimamente collegati. L'anaffettività è una delle condizioni che facilita lo sviluppo della condizione narcisistica. È un anafettività vissuta e appresa nell'infanzia attraverso un senso di non essere considerati nelle proprie esigenze da bambini, schiacciati in un ruolo deciso "a priori" da altri, tipicamente i genitori.

Questo solitamente avviene in un contesto o disagiato, tipo famiglia con poche risorse, con prole numerosa e con bambini chiamati a giocare dei ruoli adulti come: il bambino più grande viene utilizzato come supervisore responsabile dei fratelli più piccoli, lasciati da soli a casa mentre i genitori lavorano, e venendo puniti ogni volta che i fratelli piu' piccoli ne combinano una... oppure dove la figlia più grande, magari di soli 10 anni, viene resa responsabile per preparare la cena di tutti, e viene rimproverata puntualmente quando non è buona. Insomma credo di aver reso l'idea, sono ruoli e responsabilità ingiusti da esigere, a chi è, e rimane, solo un bambino.
Oppure, all'estremo opposto dello spettro sociale, questo avviene in famiglie dove il bambino viene sballottolato da un corso ad un altro doposcuola, viene riempito di giocattoli ma vive essenzialmente un rapporto in cui percepisce dai genitori il concetto di "ti dò tutto, basta che non mi rompi i cogl*oni e non mi chiedi il mio tempo, il mio impegno e di passare tempo insieme a fare qualcosa che piaccia a te e di cui a me non frega assolutamente niente. Ho meglio da fare, del mio tempo."

Insomma si tratta di condizioni in cui un bambino si rende conto che a nessuno realmente frega niente di quello che prova, neanche ai genitori. Sono i primi passi, inavvertitamente, dell'educare un bambino alla scarsa importanza dei sentimenti, anche propri. I nostri sentimenti, le nostre esigenze e le nostre ambizioni in un contesto simile vengono visti come aspetti che dovremo diventare capaci di imporre sugli altri, anche a loro stesso discapito, invece di essere visti come da condividere, come opportunità per ottenere sostegno da chi ci e' vicino e di scoprire su chi possiamo realmente contare. Per loro infatti è inutile dover scoprire chi gli darà sostegno in un iniziativa, già lo sanno: nessuno. Questa è la loro "normalità" e come tale viene applicata nel quotidiano, con tutti: a nessuno realmente frega di me, quindi, giustamente, anche io ho imparato a fregarmene di tutti. Niente di personale, mai". Poi prendono ad odiare l'amore, in tutte le sue sfaccettature, perché ogni volta che assistono a forme d'amore sentono un dolore, il dolore di chi ha perso la capacità di amare, di crederci. Se ami finiranno per odiarti, perché odiano il dolore che gli provochi nel sbattergli in faccia quanto siano diventati "malati".

Comunque, tornando a noi: ne consegue che se distogliamo attenzione dal mondo dei sentimenti, la rivolgeremo altrove. Dove? Di solito verso il mondo tangibile, il mondo degli oggetti, dell'avere, insomma quello stesso mondo spesso rincorso da quei stessi genitori che per un motivo od un altro, non avevano tempo per loro. Se il mondo dei sentimenti non esiste, o comunque viene visto come "sopravvalutato" dagli altri, ne consegue che il mondo tangibile diventi ancora più importante. È come un cieco: se togli la vista a qualcuno, egli distoglierà l'attenzione normalmente dedicata alla vista verso gli altri sensi, rendendoli eccezionalmente sensibili. Il narcisista fà lo stesso, diventa ipersensibile al potere, al successo, al possedere, visto che non ha alcuna attenzione da dover dedicare a sentimenti veri e propri.

Credo sia evidente come lo sviluppare l'anaffettivita' sia uno dei passi necessari per poi diventare, in taluni casi, narcisisti.
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Lun Ott 22, 2018 12:42 pm
Interessante. Grazie. Non ho avuto modo di esaminare il suo passato ma vedendo il rapporto col figlio ho riscontrato rari slanci d'affetto e tra l'altro anche un pò impacciati. Il figlio deve cavarsela da solo perchè lei alla sua età già era molto più indipendente. A volte mi è sembrato che usasse il figlio anche come termione di paragone per una competizione o per esaltare le sue capacità di madre ad ogni complimento rivolto al figlio, "è un soldatino perchè io sono brava ma all'età sua ero ancor più brava"! Anche in questo rapporto l'aspetto morale e sentimentale non veniva mai affrontato, e a me sembrava molto strano.
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Lun Ott 22, 2018 3:57 pm
Strano per te che sei sano. Per lei invece è perfettamente coerente. Il figlio è un mezzo da utilizzare per appagare il proprio ego. Quindi se il figlio ha un qualsiasi successo, il merito sarà per lei sempre riconducibile a lei stessa e a le doti che lei ha. Il successo del figlio sarà sempre "spiegato" come dovuto al fatto che lui non "è", piuttosto lui è (per lei) soltanto un estensione di lei stessa. Quasi come fosse una terza mano. Qualsiasi successo del figlio verrà giustificato in quest'ottica: come ricevuto da una sua estensione ed in quanto tale, dovuto in realtà a lei.

Il figlio viene manipolato, esattamente come lo eri te.
No?
Osserva attentamente come il figlio "esprime" i sentimenti... e troverai un segno che qualcosa non và. Il figlio come gestisce i sentimenti? Viene addestrato all'anafettività? Quando questo succede di solito il bambino reagisce con uno stratagemma semplice: recita. Mentre diventa sempre più anaffettivo comincia a recitare quei sentimenti "richiesti" dalle circostanze, spesso in maniera teatrale per celare un cambiamento che altrimenti non troverebbe ne approvazioni, ne la comprensione di terzi. Io lo vedo con mio figlio più piccolo che è ancora con la madre, NP. Quando lui viene in visita a volte viene da me e dice "Hug!" che in inglese vuol dire "abbraccio!" Poi mi abbraccia forte. Ha solo 7 anni. Io non so spiegartelo in parole, ma io so, con lo stomaco, d'istinto, che lui non prova niente. Lui sa che la circostanza impone che lui manifesti un affetto per me, e lui assolve, nulla più. Stà venendo addestrato, anche se ne lui, ne tantomeno la madre, abbiano le capacità per rendersene perfettamente conto. Nel loro rapporto non c'è spazio per i sentimenti, loro non ne hanno, e se tu ne hai loro te li ritorceranno contro. Se sei un bambino impari in fretta a lasciar stare i sentimenti e vederli solo come una chiave per venir ricattati, basta che ci sia un adulto incosciente abbastanza da essere disposto ad usare questi mezzi... chessó... qualcuno come un genitore NP.
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Lun Ott 22, 2018 4:31 pm
In effetti, col senno di poi, gli argomenti da lei trattati erano esclusivamente quelli nei quali la sua figura emergeva a personaggio principale: personaggi di alto livello coi quali capitava di interagire, lodi ricevute, complimenti. Nei punti in cui la potevo criticare evidenziando carenze o errori ricevevo sempre come risposta il silenzio. Il silenzio era diventato un'ammissione di colpe o responsabilità, una debolezza ad affrontare un argomento e cià ad una certa età lo ritengo inaccettabile.
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Lun Ott 22, 2018 6:13 pm
Dubito che la sua risposta di silenzio fosse un'ammissione di colpa o responsabilità, se lei era NP. Sarei più propenso a vedere nel silenzio semplicemente la voglia di far finta che non esisti, visto che ti metti a contradire o comunque a "complicare" la situazione, magari contestando la sua narrativa "di comodo", cioè la sua realtà sostitutiva (la sua realtà da lei corretta, migliorata).
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Lun Ott 22, 2018 6:29 pm
Io interpretavo i silenzi come un una mancanza di considerazione verso le mie esigenze, quindi mancanza di volontà di affrontare un qualsiasi discorso che ci mettesse sullo stesso piano. Dire ed ascoltare, ascoltare e dire. Non davamo la stessa importanza al dialogo e al confronto.
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Mar Ott 23, 2018 10:11 am
Facevi bene a vederci una mancanza di considerazione verso le tue esigenze, puoi dirlo forte. Però lei non lo faceva solo per sottolineare che andavi ignorato in quanto non allineato con lei, lo faceva anche perché per lei non avrebbe avuto senso fare altro. Queste persone, se ci ascoltano, lo fanno con un intento ben preciso: di carpire tutte le informazioni utili su di noi utili per meglio comprendere come manipolare la nostra percezione di ciò che ci circonda, e di conseguenza manipolare come reagiamo alla realtà, asseconda di come viene percepita. Una volta che ritengono di avere abbastanza informazioni per poter attuare efficacemente la nostra manipolazione, non hanno più interesse ad ascoltarci, non avremmo più informazioni utili da dare. Abbiamo dato tutto ciò che era necessario perché un altro potesse prendere il nostro controllo, senza neanche accorgercene, non serve altro. Che noi possiamo pensare che una di queste persone sia realmente interessata a noi, è un nostro problema, ai loro occhi non è un problema loro, anche se loro hanno fatto di tutto per farcelo credere, illudendoci.

Un NP vede questa situazione come una in cui hanno fatto credere ad una persona, ciò che comunque quella persona voleva credere. Ai loro occhi loro non hanno fatto altro che spiattellarci sotto il naso qualcosa che potesse tentarci, e noi ci siamo cascati. Loro vedono solo la nostre responsabilità nel cedere alla tentazione di un qualcosa che volevamo fortemente, e la nostra responsabilità nel non fare le verifiche del caso, prima di credere a ciò che è stato offerto. Non vedono alcuna loro responsabilità, è solo colpa nostra, e ci siamo beccati ciò che ci "meritavamo" per aver ceduto a questa tentazione. Per loro non c'è altro da aggiungere nell'analisi del loro rapporto con noi. Quest'ottica gli permette, dopo l'abuso perpetuato, di vedersi pure come una sorta di "giustiziere" che somministra punizioni a destra e sinistra a chiunque ha delle "debolezze" (cioè è pronto ad un coinvolgimento sincero, profondo, ispirato alla fratellanza o all'amore, con altri). Poi che questo avvenga sempre con un tornaconto personale, è un'altra storia. Quello è visto come il "premio" lecitamente guadagnato da chi assolve al ruolo di "amministratore" delle punizioni lecite, anzi dovute. E ti aspetti uno scambio improntato al dialogo e al confronto? Con una persona chi ragiona così?

Anche che non avevate dato la stessa importanza al dialogo e al confronto, quindi, è qualcosa che puoi dire forte, come puoi dire forte che avesse la "mancanza di volontà di affrontare un qualsiasi discorso che ci mettesse sullo stesso piano". Mettersi allo stesso piano con un NP? Impossibile, in tutti i sensi. Impossibile per l'NP considerarti allo stesso piano, è in contraddizione con la sua necessità di essere superiore, che a sua volta giustifica il suo danneggiare e sfruttare gli altri attraverso "punizioni" meritate. E a pensarci bene faresti male anche tu a volerti mettere allo stesso piano con un NP. L'NP ha una disfunzione affettiva importante, patologica. Ciò che si rende necessario non è di mettersi sullo stesso piano con una persona "malata", ma di gestirla, conoscendone la natura.

Credimi, si arriva ad un punto dove neanche tu vorresti un "dialogo ed un confronto", perché saprai che anche se avessi l'opportunità di implementarlo, non servirebbe a niente, sarebbe solo una perdita di tempo. Dicono che non c'è persona più sorda di chi non vuol sentire, bene, l'NP ne è la prova vivente, direi di più, è il vero e proprio portabandiera di questa capacità di... "percezione selettiva" di cui sono capaci. Faccio un esempio: se in una coppia normale capita di riferirsi con ironia al "proprio figlio" quando egli è motivo di orgoglio, e si tende a riferirsi a lui come "tuo figlio" con il coniuge quando egli assume un comportamento deludente, per l'NP invece questa è una vera e propria verità.

Insomma, in soldoni, l'NP si auto-rinc*glionisce volontariamente quanto necessario per poter credere a tutti i costi ciò che vuol credere. E cosa vuole credere? Vuole credere che non è stato una vittima nella sua infanzia. Vuole credere che ciò che non strozza, ingrassa. Vuole credere che il suo passato l'ha forgiato in un essere superiore: colui che vede la realtà per ciò che tangibilmente è... e i sentimenti "positivi" quale amore, amicizia, fratellanza, rispetto, rimandano a dei benefici che sono considerati "non-tangibili". Quindi non esistono, sono solo un'illusione (seppur potente) alla quale la collettività ha deciso di credere, in una società ipocrita. Quindi? Quindi sono lo strumento perfetto per mettere in crisi, punire e sfruttare, qualsiasi "ipocrita" che ha deciso di crederci, cioè me... e probabilmente anche te.
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Mar Ott 23, 2018 11:22 am
Sono cose che ho iniziato a razionalizzare nel mio percorso ma ora trovo difficile affrontare il futuro. Vengono sempre a galla paragoni, confronti, riferimenti che ad oggi trovo difficile da raggiungere in una relazione futura.
Eppure a chi non è capitato in precedenza di essere stato lasciato ma quando avviene in questo modo e da questi individui sembra difficilissimo rialzarsi.
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