amore, narcisismo e relazioni patologiche
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ORIGINI DI UNA DIPENDENZA AFFETTIVA E LA SCELTA DEL PARTNER Empty ORIGINI DI UNA DIPENDENZA AFFETTIVA E LA SCELTA DEL PARTNER

Lun Nov 27, 2017 4:31 pm
In generale il trattamento accordato al bambino determina il carattere della sua vita amorosa. Ad esempio gli innamorati usano i vezzeggiativi con i quali erano chiamati nell'infanzia: in amore si diventa puerili... L'amore è considerato qualche cosa di irrazionale; ma l'aspetto irrazionale può essere ricondotto a fonte infantile: la costruzione nell'amore è infantile. Una tale condizione amorosa trova una bellissima espressione nel Werther di Goethe quando il giovane Werther entra nella stanza e immediatamente si innamora della fanciulla. La vede mentre spalma il burro sul pane e questo gli ricorda la propria madre. Nunberg e Federn - Dibattiti della Società Psicoanalitica di Vienna 1906-1908 - Bollati Boringhieri

Desiderava fare qualcosa che non lasciasse possibilità di ritorno.
Desiderava distruggere brutalmente tutto il passato dei suoi ultimi sette anni.
Era la vertigine.
L'ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere.
La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza.
Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa.
Ci si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancor più deboli, si vuole cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso.

Milan Kundera- L'insostenibile Leggerezza dell'Essere-

La dipendenza affettiva si và costruendo sulla base di altri legami relazionali, anche se non sempre palesi e visibili, e delle loro vicissitudine nel tempo. Questi legami ed i loro vissuti fondono le aspettative che dovrebbero essere riscontrate all'interno della relazione attuale, in particolare quella fondata sulla dipendenza affettiva.

In particolare nel rapporto instaurato durante l'infanzia con i genitori, se quest'ultimi hanno lasciato insodisfatti i bisogni infantili costringendo i bambini i cui bisogni d’amore rimanevano inappagati ad adattarsi imparando a limitare i loro bisogni.Questo processo di limitazione può portare al formarsi di pensieri del tipo: “I miei bisogni non hanno importanza”o “non sono degno di essere voluto bene”.Da adulti, questi "bambini non amati” dipendono dagli altri per quanto concerne il proprio benessere psico-fisico e la soluzione dei loro problemi. Vivono nella paura di essere rifiutati, scappano dal dolore, non hanno fiducia nelle loro capacità e si giudicano persone non degne d’amore.

Inoltre quanto più i suddetti bisogni rimangono insoddisfatti all'interno del legame significativo infantile (quello madre-bambino), tanto più tale legame si rinnova immodificato nei confronti delle nuove figure di riferimento: il partner in questo caso. Allo stesso tempo più una relazione deve adempiere ad esigenze basilari di protezione e di sicurezza, tanto più forte è il legame che si sviluppa e tanto maggiori sono le minacce potenziali che possono provenire da qualsiasi situazione esterna che metta in discussione tale legame. A tali minacce si tende a reagire, all'inizio, con atteggiamenti d'aggressività nei confronti delle persone che mettono in pericolo la relazione o con altri atteggiamenti comportamentali che tendono comunque a proteggerla.

Di fronte ad un genitore freddo e non affettivamente disponibile, il bambino potrebbe mantenere il suo equilibrio affettivo cercando di minimizzare un comportamento dipendente verso un genitore che ha queste caratteristiche, con tutti gli effetti negativi che può comportare questo tipo di attaccamento verso la figura adulta (Bridges, Denham e Ganiban, 2004). Nel contesto dell'equilibrio, questa condizione potrebbe essere adattiva in quel momento, ma quel comportamento d'equilibrio (lo stile di attaccamento equilibrato verso il genitore), tolto dal repertorio infantile perché risultato non adattivo con quella figura parentale, potrebbe portare il bambino ad uno sviluppo emozionale deviante e condurlo a problemi emotivi e comportamentali, compresa la scelta di partners non disponibili affettivamente (Bridges et al., 2004).

Varie ricerche sono state condotte in tal senso.

Werner e Silbereisen (2003), hanno riscontrato in una loro ricerca, che le ragazze che hanno un rapporto conflittuale con il proprio padre e non compiono esperienza di sostegno da parte sua, hanno maggiori probabilità di coinvolgersi in relazioni affettive patologiche. Un'insana relazione uomo-donna vissuta all’interno della famiglia sembrerebbe influenzare lo sviluppo delle scelte affettive femminili inducendo le donne, che hanno vissuto quest’esperienza negativa con il proprio padre, alla scelta di partners devianti. Anche donne che hanno vissuto una relazione affettiva deviante con il proprio padre, fatta di abusi se**uali e psicologici, risultano più fragili rispetto a quelle che invece hanno avuto una relazione serena ed appagante con il proprio genitore (Miller, 1994; Werner et al., 2003). La fragilità di queste donne sembrerebbe condurle verso relazioni affettive in cui elemosinano attenzioni e continue conferme da parte del proprio partner perché quando l’altro non c’è, il suo pensiero, non basta a rassicurarle (Amaro e Hardy-Fanta, 1995).

Bieber e Bieber sostengono che le persone affette da dipendenza affettiva non hanno avuto colla figura paterna un rapporto di stima e di scambio amorevole generando così un'immaturità psicoaffettiva. Il loro parere è che un padre problematico per vari motivi non permette al figlio una facile identificazione. Lo stesso dicasi per una figura materna iperprotettiva che crea confusione affettiva nel figlio. Quest'ultimo svilluperà odio verso il padre contrapposto alla madre che verrè vissuta come accogliente.

LA SCELTA DEL PARTNER
Un essere umano può amare:

1) Secondo il tipo narcistico (di scelta oggettuale):

a) quel che egli stesso è (cioè se stesso),
b) quel che egli stesso era,
c) quel che egli stesso vorrebbe essere,
d) la persona che fu una parte del proprio sé.
2) Secondo il tipo [di scelta oggettuale] "per appoggio":

a) la donna nutrice,
b) l'uomo protettivo.
Freud - Introduzione al narcisismo - 1914

In generale, l'uomo ha due oggetti se**uali fondamentali, e la sua esistenza dipende da quale dei due sarà quello al quale resterà fissato. Per ogni uomo i due oggetti sono la donna (la madre, la bambinaia, ecc.) e la propria persona; ne consegue che (la questione) è liberarsi di entrambi senza indugiare troppo né sull'uno né sull'altro. Nunberg e Federn - Dibattiti della Società Psicoanalitica di Vienna 1906-1908 - Bollati Boringhieri

La scelta di un partner non è lasciata al nostro libero arbitrio. C'innamoriamo di una persona solo quando incontrandola abbiamo già dentro di noi un immagine idealizzata. Prima costruiamo e poi proettiamo sull'altro. Qundi non amiamo ciò che è, ma ciò che immaginiamo essere.

Ma che cosa costruiamo e proiettiamo ?

Nella scelta del partner noi cerchiamo, principalmente, qualcosa, di più o meno rimosso, della nostra primaria figura affettiva: madre, padre o altra figura primaria d'accudimento

Nella fase edipica, individuata dalla psicanalisi nella nostra infanzia, inconsciamente, la bambina sceglie come partner il padre ed il bambino la madre. Importante è che questa scelta relazionale sia positiva e soddisfacente, al fine di poter scegliere, da adulti un partner che possegga gli aspetti positivi dei nostri genitori.

Infatti nell'amore noi non vogliamo solo trovare qualcosa dell'amore originario verso i nostri genitori, ma perseguiamo anche una compensazione di ciò che non abbiamo avuto o di cui ci si è stato privato durante l'infanzia da genitori non attenti alle nostre esigenze affettive, o talvolta addirittura “ostili” o qualche volta anche “cattivi” nei nostri confronti. Conseguentemente chiediamo al nostro amore, in maniera più o meno conscia, di provvedere a riempire i vuoti affettivi del nostro passato o a porre rimedio alle ferite affettive infertici. Alcune volte queste richieste vengono poste come l'altra faccia di una medaglia: cerchiamo di sopperire o guarire lui , per sopperire o guarire noi. Ciò avviene, per esempio, nella codipendenza.

Riepilogando il processo amoroso potrebbe essere rappresentato come l'aspirazione a due possibili desideri, fra loro contrapposti:

il primo desiderio è quello ci cercare un soggetto d'amare il più possibile simile alle figure amate della nostra infanzia. Per Freud il marito rapppresenta per la donna un sosituto del padre che le permette di non incorrere nel tabù dell'incesto
il secondo desiderio è in antitesi al primo perché cerca un soggetto d'amare che poni riparo alle carenze e ferite inferte dalle primarie figure affettive.
Raggiungere un buon equilibrio fra queste opposti desideri può rendere un amore felice. La mancanza d'equilibrio, invece conduce a diverse soluzioni di compromesso, più o meno dolorose fra le quali la dipendenza affettiva e la codipendenza.

Potremmo sintetizzare il tutto con una metafora. E come se in ogni amore adulto mettessimo in atto un copione cinematografico (affettivo e relazionale) che abbiamo già visto e vissuto ripetutamente nella nostra infanzia, di cui non abbiamo gradito lo svolgimento ed il finale, e speriamo di cambiare quest'ultimi nella nuova storia d'amore. Ma, purtroppo, svolgimento e finale cambiano per pochi, e solo per quelli che avendone consapevolezza non pretendono di cambiarli del tutto, ma solo di modificarli parzialmente.

Dott. Roberto Cavaliere
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