amore, narcisismo e relazioni patologiche
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Fra7
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Dom Feb 17, 2019 7:28 pm
Ragazze, aiutatemi a fare luce sul terzo narcisista con il quale ho una storia attualmente, vediamo se queste frasi potete riscontrarle anche voi, facciamo una compilation utile. Inizio:
1) Sono difficile perché sono pretenzioso
2) Mi sto stancando..
3) Sono una persona poco paziente
4) Pretendo molto da me stesso e da quelli SOTTO DI ME
5) "ma che stai dicendo???" - correzioni davanti al pubblico amico suo
6) Perché devo spiegarti le cose come se fossi una bambina? Sono cose ovvie
7) Perché mi parli di sopra, fammi finire di parlare
Cool Ma perché quando parli non ti capisco, non ti sai esprimere (sguardo schifato)
9) Ma tu hai idee tutte tue, piene di preconcetti sbagliati
10) UN MUST SIGNORI E SIGNORE: Sei infantile


Comportamenti:
1) Sempre con tanti amici, mai solo
2) Mai soli e sempre con gli amici
3) Senza un momento libero, orari poco normali
4) Quando siamo soli a volte è scocciato ed è infastidito da me
5) Sembra che non sa di cosa parlare quando siamo soli

A voi la palla.

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minou
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Dom Feb 17, 2019 8:49 pm
Mah... nel mio caso era abbastanza diverso ,sia come frasi che come comportamenti... una frase come "perché mi parli sopra?fammi finire di parlare " casomai ero io a dirgliela, perché mi interrompeva sempre, era un incubo parlare con lui di qualsiasi cosa. Inoltre al contrario lui non voleva mai presentarmi i suoi amici ma anzi uscire sempre da soli...e anch'io ,ammetto, non avevo voglia di presentargli mia figlia e la mia famiglia perché mi vergognavo di lui.
Frasi tipiche sue invece erano:
-Te lo giuro non sto mentendo, credimi (certo come no?)
-Tizia caia è più bella /intelligente / alta/ sensibile di te
- Hai un carattere di mer*a ma scopi da dio (ora a scriverla mi dà i brividi)
- E che pa**e mi parli sempre dei tuoi problemi e del tuo lavoro (notare che io sono madre single infermiera e lui disoccupato senza figli)
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Bianca
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Dom Feb 17, 2019 10:12 pm
Beh! Ragazze mie... dipende sempre dal tipo di narcisista ma ci siete entrambe!
Un uomo innamorato non ti umilia davanti agli amici ma ti esalta, ti guarda con occhi confidenziali e complici, di certo non schifato! Tra l'altro non hanno proprio modi ed educazione se non all'inizio con chi non conoscono e solamente per vendersi al meglio visto che si prostituiscono come nessuno!
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Agnese
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Ven Mar 08, 2019 7:40 am
Ciao Fra e Bianca.
Molte cose corrispondono:
-detestano essere interrotti quando parlano. Vanno proprio fuori di testa se non gli presti la dovuta attenzione. Da cui l’impossibilita’ di avere dialoghi costruttivi. Solo monologhi.
-ti stai sbagliando, non hai capito, informati meglio
-ho un pessimo carattere
-perpetrati silenzi
-vedersi poco e solo per far S***o. Tutto quello che era condiviisione per fare cose carine mai con me
-sentirsi sempre come l’ultima ruota di scorta dopo il lavoro, gli amici, il calcio, il cane e anche il gatto
-claque di amici accondiscendenti sempre fra le scatole a venerarlo e coprirne le malefatte
Perche’ questi soggetti non restano mai soli. Sono come calamite, basta un fischio e le scimmie volanti accorrono.
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minou
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Ven Mar 08, 2019 9:11 am
Agnese ha scritto:
-detestano essere interrotti quando parlano. Vanno proprio fuori di testa se non gli presti la dovuta attenzione. Da cui l’impossibilita’ di avere dialoghi costruttivi.
Sinceramente, anch'io non sopporto di essere interrotta e che mi si parli sopra, la trovo proprio una mancanza di rispetto....ma non per questo non ci sono dialoghi costruttivi o faccio monologhi...allo stesso modo io non interrompo l'altro, è una questione di rispetto, qui non c'entra, a mio avviso, il narcisismo. Sta tutto nel saper ascoltare fino in fondo l'altra persona.
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Ven Mar 08, 2019 9:23 am
Agnese ha scritto:
-ho un pessimo carattere
-perpetrati silenzi
-vedersi poco e solo per far S***o. Tutto quello che era condiviisione per fare cose carine mai con me
-sentirsi sempre come l’ultima ruota di scorta dopo il lavoro, gli amici, il calcio, il cane e anche il gatto

Questi tratti invece, purtoppo, li ho trovati anch'io col mio ex. Anch'io per lui venivo addirittura dopo il suo cane. Una volta me lo ha proprio detto.
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Dom Mar 10, 2019 7:23 am
Interessante...

Io invece dalla mia ricevevo frasi un pochino diverse, ma il fine era identico. L'approccio, verbalmente, era molto più rude, probabilmente a bilanciare una "inferiorità" a livello di forza fisica. Questa é la mia compilation di frasi più gettonate da mia ex-moglie, mentre io scoprivo chi era:

1) "Ti odio"... detto apertamente, quando sbottava, anche davanti ai figli.
2) "Io non mi ritengo sposata a te, il nostro matrimonio non é niente, non esiste."
3) "Vedi com'é papà? É cattivo, mica vuoi diventare come lui" detto ai figli, davanti a me, mentre si rivoltava la solita frittata. Una volta le dissi che prendevo il telefonino dall'auto, in garage, per filmarla e l'ho sfidata a ripetere questa frase ai nostri figli mentre la filmavo. Mio figlio più grande, che allora aveva 6 anni mi accompagnò al garage per non rimanere solo con Lei. Risultato? Ci ha chiuso fuori casa, lasciando la chiave nella toppa dall'interno, cosi che non potevamo rientrare.
4) "Ti giuro che (un qualcosa di cui mi ero accorto) non é vero, lo giuro". Aveva un modo di giurare il falso, e farlo insistentemente perlomeno tre volte di seguito durante lo stesso giorno. Imparai che questo era il segnale che confermava in maniera assolutamente affidabile che Lei stesse effettivamente facendo proprio quello che sostenevo e che voleva solo dire che aveva un disperato bisogno di "depistarmi".
5) "Sei un perdente"
6) "Sei troppo insicuro. Se avessi fede in me non faresti tutti questi problemi".
6) "Quello si che é un uomo vero." riferendosi a qualcuno che al contrario di me, le credeva.
7) "Mi fai venire il mal di testa, non ti voglio ascoltare".
8 ) "É troppo tardi" come risposta a qualsiasi mio tentativo di abbassare i toni, ogni volta che le porgevo un ramo d'olivo, ogni volta che tentavo di far pace.
9) "Le persone non cambiano mai".
10) "Tu non mi ami, chi mi ama mi fa sentire bene".
11) "Basta! Se vai avanti così me ne vado di casa e non mi vedrete mai più". Detto spessissimo quando tornava a casa, rigorosamente dopo cena, e volendo litigare perché mi trovava sereno, tranquillo, con i nostri due figli. Poi sbatteva la porta e usciva nuovamente. Le ultime volte, noi tre, io e i nostri figli, ci guardavamo tra di noi, quasi sperandoci. Però purtroppo tornava sempre.
12) "Cosa faccio e con chi lo faccio, non é affar tuo" quando tornava a casa alle 2, 3 o persino le 4 di notte.
13) "Maledico il giorno in cui ti ho incontrato".
14) "La pagherai" e "Ci penso io a fartela pagare".
15) "Vai all'inferno", questo era un vero classico.
15) ed infine la frase "perno" su cui ruotano tutte le loro nefandezze: "Quando voglio, prendo. Il fine, per me, giustifica i mezzi, sempre". Questa frase veniva detta puntualmente con grande orgoglio.

Va anche detto che visto che io non sapevo niente della patologia, presi a "studiare" mia ex-moglie in maniera abbastanza scientifica. Facevo dei veri e propri test, e vedendo i risultati spesso glieli sbattevo in faccia abbastanza brutalmente. Questo avveniva prima che compresi quanto fosse inutile farlo. Insomma, inavvertitamente e senza rendermene conto io le ho procurato, nell'arco di due anni, ferite narcisistiche a go-go. D'altronde come potevo saperlo? Io non facevo altro che sbatterle in faccia una verità si scomodissima, ma comunque comprovata. Ai suoi occhi questo mi rendeva Machiavellico. Già, perché non riusciva a concepire che lo facessi a fin di bene e con il desiderio di affrontare un problema, per Lei questi erano semplicemente tentativi di distruggerla. E se lo negavo, ai suoi occhi non stavo facendo altro che mentire, come Lei.

Queste frasi dei NP in realtà contengono tutto il dramma della condizione in cui si mettono. Oggi per me era come se dicesse "Userò qualsiasi mezzo per scavarmi la fossa. E se tu cerchi di impedirmelo non ci riuscirai". Ora vedo le cose in maniera diversa. Sono il primo a volerle procurare la vanga. Non li combatto, li aiuto. Perché voglio che ottengano quello che bramano, non a parole, ma attraverso le loro azioni: l'autodistruzione. E se la vogliono, per se... chi sono io per interferire? Però vorrei facessero in fretta, quindi preferisco non ostacolarli.

Vuoi una funivia per arrivare prima in cima al vulcano, perché sei innamorata/o dell'idea di tuffarti nel cratere? Desideri con tutte le tue forze di tuffarti nella lava? Va bene, fatti la funivia. Basta che non mi chiedi di impegnarmi nell'aiutarti, perché ho meglio da fare, quindi cesso di voler essere tua vittima. Già perché quello che li danna, é proprio quello che fanno. Per farlo hanno bisogno di qualcuno che se lo lasci fare.
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Agnese
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Dom Mar 10, 2019 4:06 pm
Ciao Unde,
Leggendo il tuo scritto mi pare ci siano dei tratti delle NP donne che le fanno avvicinare al disturbo borderline, o a volte si tratta proprio della combinazione dei due disturbi.
Un tratto e’ la rabbia espressa direttamente, con aggressivita’ esplicita, anziche’ sottesa, taciuta, velata di sarcasmo, l’altro e’ la spregiudicatezza, cioe’ il cercare approvazione per comportamenti al limite del delinquenziale. Mi spiego meglio: ti esprimo un mio agito in cui sono stata pessima e cerco pure l’applauso. In genere l’NP e’ piu’ subdolo e ci tiene molto di piu’ alla propria immagine pubblica, quindi messo di fronte a comportamenti ne’ etici ne’ edificanti, manipola la realta’ facendoti passare per quella che non ha capito un tubo delle sue reali intenzioni che invece erano nobilissime.
Inoltre sparare direttamente in faccia al partner la propria promiscuita’ e’ un altro tratto tipico del borderline e questo sottende una disperata paura di essere abbandonati, per cui si creano uno o una serie di paracadute che in genere non valgono neanche un decimo dell’avente diritto, e infatti guarda caso minacciano di andarsene ma non lo fanno mai veramente. Un NP intrattiene allo stesso modo svariate relazioni extra ma proprio per la necessita’ di attingere benzina da tutte le fonti possibili, e se ne vanno eccome, spariscono per giorni settimane mesi, tanto per loro una pompa di benzina vale l’altra.
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Lun Mar 11, 2019 8:36 am
Ciao Agnese,

Io posso solo dirti il contesto in cui tutte queste frasi furono pronunciate. Lei ci teneva alla sua immagine, eccome. Infatti per otto anni io non ho sospettato niente, o comunque poco. Queste frasi furono tutte pronunciate solo nei ultimi due anni del nostro rapporto. Essenzialmente tutto prese una piega diversa, distinta, quando dopo otto anni decisi di capirci di più e lo dissi apertamente. Infatti attraverso quei primi otto anni ci furono degli episodi, all'apparenza sporadici, in cui qualcosa non tornava. Erano episodi all'apparenza "ostili", più precisamente apparivano come tentativi di "sabotaggio" della mia reputazione come persona.

La prima cosa che ho scoperto, una volta che ho cominciato a studiarmela, era che sotto un sottile velo di diversivi di sporadico c'era solo quello di cui mi ero reso conto. In realtà Lei stava sistematicamente erodendo la mia "reputazione", poi sporadicamente non funzionava tutto quello che era stato fatto per non farmene accorgere. La mia percezione che fossero eventi sporadici in realtà era un mio sporadico rendersi conto di ciò che stesse effettivamente facendo in maniera sistematica, continua, con metodo.

Io presi ad affrontarla, ma credo utilizzai un metodo che Lei trovava insolito, spiazzante. Infatti una volta che si trovò sotto la mia lente di ingrandimento, Lei cominciò a trovarsi in un fortissimo disagio. Era evidente. A quel punto Lei lavorò alacremente a stringermi attorno una sua cerchia di "scimmie volanti" e io glielo lasciai fare. Erano quasi tutti sui parenti. Attraverso le scimmie volanti Lei cominciò a sottopormi a delle vere e proprie "provocazioni". Queste erano atte a cercar di farmi veramente inc*zzare, eppure io stranamente mi rifiutavo di raccoglierle e continuavo ad avere un approccio di fatto critico, ma non ostile. Mi fu chiaro quasi da subito che l'intento era di farmi alterare, arrabbiare, per poi utilizzare una qualsiasi mia reazione ostile come "prova" verso il mondo esterno che tra noi due l'abbietto fossi io. Poi Lei non si capacitava di come non potesse "innescare" la rabbia in me, visto che sono sempre stato un uomo con un carattere deciso e determinato.

Di fatto io mi concentrai sul mio comportamento, piuttosto che sulle sue provocazioni. Mi dissi: "io non posso impedirle di comportarsi come vuole, però similmente Lei non può costringermi a comportarmi come non voglio io. Quindi io mi concentrerò sul tipo di persona che voglio essere io, per le mie esigenze. Non mi comporterò come vuole Lei, per le sue esigenze." L'essere uomo deciso e determinato c'era ancora, ma era rivolto a questo.

A questo punto le provocazioni divennero sempre più ardite, fino al punto in cui gettò la maschera e si associò apertamente con tutte le scimmie volanti. Prima invece Lei si vendeva come mediatrice appacificante, tra me e le sue scimmie. Questo serviva per sapere in anticipo cosa io pianificassi di fare per contrastare le scimmie. Solo dopo Lei si mostrò apertamente un tutt'uno con le sue scimmie, ma solo perché aveva compreso che io avevo già capito da solo che Lei era un tutt'uno con questi agenti provocatori.

Le "provocazioni" montavano, sempre più eclatanti, evidenti, spudoratamente, ma in un tentativo disperato di "distogliermi" dal comportarmi come la persona che effettivamente sono. É nel tentativo di farmi fare qualcosa di cui mi sarei pentito, nel tentativo di "accendere" la mia rabbia, che quelle frasi che io ho elencato, furono pronunciate.

Ti faccio un esempio: un giorno, nel mezzo di un mio confrontarla su i suoi comportamenti, gli "sfuggi" (in realtà era un'altra provocazione fatta con calcolo) che aveva avuto 5 "scappatelle" nell'arco del nostro matrimonio. Mi ricordo quanto trovò spiazzante la mia risposta: "Noi due siamo diversi. Io il nostro matrimonio l'ho preso un tantinello più seriamente, infatti io di "scappatelle" non ne ho fatta nemmeno una, Mi dispiace per te". Rimase senza parole, cosa rara per Lei.

Ora io non so se tutto questo si possa definire borderline, certo c'é un elemento fortissimo di NP, e c'é che strategie che Lei deve aver attuato ripetutamente in passato, in altre relazioni, qui, con me, non portavano alle reazioni che Lei voleva e di cui aveva bisogno per attuare una sua consolidata strategia di "uscita" dalla relazione. Di fatto il mio comportamento trasformò la sua vita in un insieme "opprimente" e costante di frustrazioni e ferite narcisistiche. Le scimmie cominciarono a vacillare. Lei cominciò a trovare sempre più difficile a far passar me per l'abbietto e si trovò a dover "scoprire" davanti ad altri, sempre di più la sua vera natura pur di attuare il tipo di provocazione necessaria a "sbloccare" una mia reazione abbastanza ostile da "giustificare" la narrativa, o perlomeno il dubbio, che fossi io lo str*nzo, soprattutto per esigenze che aveva Lei, in primis verso se stessa.

In pratica le rendevo difficilissimo "riflettere" se stessa in me, cosa di cui aveva disperato bisogno.

Sono assolutamente certo che Lei pensasse "oserò ancora di più, si é pericoloso, ma questa volta "sbotterà" (riferito a me) e gli farò finalmente venir a galla la sua rabbia. Poi a quel punto potrò nascondermi di nuovo." Sono sicuro che una volta in cui le sue provocazioni avevano raggiunto un punto pericolosamente rivelante della sua natura, Lei pensasse ogni volta "questa é l'ultima volta che rischierò così tanto nel rivelarmi. Questa é la volta buona che riesco a fargli perdere il controllo su se stesso." Invece io avendo capito questa dinamica progressivamente diventavo sempre più bravo a non raccogliere le sue provocazioni. Era in questo contesto che Lei prese a pronunciare quelle frasi. Non era importante quanto fosse vero o meno quello che diceva, l'unica cosa importante era la reazione che voleva da me. Una reazione che le ho puntualmente negato.

La cosa che mi fa sorridere di più, oggi, e che per Lei io sono "il male" fatta persona. Lei é convinta che io abbia una natura del tutto simile alla sua, ma che sono "sfuggente", praticamente impossibile da "catturare" o da gestire. Lei con me é stata costretta a concentrarsi a "limitare i danni" e questo mi rende diabolico, Machiavellico. In realtà l'unica cosa che ho fatto é di sistematicamente "annullare" una sua negatività, che cercava di appiopparmi. Nel farlo però, inavvertitamente, le ho anche sistematicamente negato ciò che Lei tradizionalmente usava per sentirsi superiore nel gestire altri.

Oggigiorno, quando ci incontriamo per causa dei figli condivisi, é Lei che non riesce a guardarmi negli occhi, non io. Poi che le sfugga ancora oggi, patologicamente, una frase per cercar di sminuirmi, é un'altra storia, ma non mi disturba, so che non può farne a meno e che io non c'entro niente. E più importantemente, se ne rendono conto anche i nostri figli.
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Lun Mar 11, 2019 8:53 am
Più leggo le vostre storie più mi chiedo... a prescindere dalla malattia.... Perché si complicano la vita questi pazzi? Cioè, capisco che tutto è dovuto al loro disturbo mentale, ma non sono stupidi, non hanno un ritardo, dunque riescono a capire tutto ciò che succede attorno a loro. Nessuno di loro si è mai detto "non voglio più stare con questa persona, quindi posso porre fine alla storia,"... una cosa semplice. Non verrebbero perseguitati giuridicamente, nessuno gli punta una pistola alla tempia, nessuno li costringe a continuare la relazione. Perché tutti sti marchingegni? In fondo a loro interessa trovare sempre nuove fonti da cui attingere nutrimento, e i fatti ci dicono che continuano a trovarne sempre, quindi qual'è il loro problema? Far soffrire l'altro per attingere nutrimento per il loro ego ok, capisco, ma 10 anni di torture davvero non riesco a capirlo!
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Lun Mar 11, 2019 11:14 am
... perché si vivono tutto come una competizione. Il loro modo di rapportarsi agli altri é: sei meglio tu o sono meglio io? E la risposta che devono darsi, grazie alle loro insicurezze é: sono meglio io. Il loro ego é in verità fragilissimo e l'unica modo che conoscono per rafforzarlo é di "vincere" tutte le competizioni. Ogni volta che prevalgono su qualcuno trovano un appiglio per dirsi "sono più forte dell'altro".

Quello che non capiscono é che stanno cercando di ottenere "rassicurazioni" sul loro valore attraverso modi, strumenti e unità di misura inappropriati. É come voler utilizzare un termometro per misurare la lunghezza di un oggetto. Ottengono un risultato inutile, inutilizzabile e che non assolve alla funzione desiderata. Misurano la temperatura e la scambiano per la lunghezza. Purtroppo però ignorano che esista il metro, al posto del termometro, per ottenere il valore di cui hanno bisogno. Il valore poi risulterà sballato e loro si scervellano ancora di più su come poter utilizzare il termometro per ottenere un qualcosa che non sarà mai il valore necessario. Anzi, di fatto, questo modo di fare non può che esaltare sempre di più che c'é qualcosa che non va, anziché rassicurare. Poi più ritornano effetti destabilizzanti, anziché rassicuranti, più si impuntano ad escogitare nuovi metodi per utilizzare il termometro. Alla fine diventeranno maestri nell'uso inappropriato di un termometro e si vantano con se stessi di aver superato chiunque altro nel conoscerne i mille utilizzi possibili.

Alla fine loro rimangono soli, con un termometro in mano. Nel frattempo tutti gli altri usano termometri per misurare le temperature, righelli per misurare le lunghezze, compassi per descrivere cerchi, e una miriade di strumenti utilizzati correttamente per ottenere via via tutto ciò di cui hanno bisogno.
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Lun Mar 11, 2019 6:44 pm
Questa cosa della competizione e’ verissima.
E bisognerebbe avere chiara in testa come premessa che un NP sceglie sempre qualcuno con grandi doti sia umane che di personalita’ che di immagine. Primo perche’ queste doti gli permettono di vivere di luce riflessa, secondo perche’ piu’ alta e’ la posta piu’ eccitante e’ la gara.
A poco a poco ti accorgi che ti sfidano in tutto. Inizialmente puo’ capitare anche di autosvalutarsi, nei casi in cui il divario e’ troppo, perche’ ogni piccola vittoria personale per l’NP e’ una ferita incolmabile. E le persone normali stanno male se soffre anche uno scarafaggio, figuriamoci il partner. Diventiamo accudenti e materne/paterni come con un bebe’ indifeso. Ma a poco a poco quel bebe’ si trasforma nel cucciolo di un mamba. Perche’ trova la falla. E la falla e’ l’amore. Incominci a chiedere riscontro di quell’amore che credi ricambiato invece non e’. Pretendi cose normali, gesti d’affetto, appartenenza, cura, e trovi il vuoto siderale. Da quella bella persona solare ed amabile che eri ti trasformi in rancorosa, vendicativa, invidiosa ed ostile proprio come loro. E perdi tutte le battaglie e poi la guerra. Perche’ sfidarli sui sentimenti e’ un suicidio. Non avendone vinceranno sempre.
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Lun Mar 11, 2019 7:19 pm
"E perdi tutte le battaglie e poi la guerra. Perche’ sfidarli sui sentimenti e’ un suicidio. Non avendone vinceranno sempre." No Agnese, non sono d'accordo. Cosa vincono? Una gara a cui noi non sapevamo neanche di partecipare? Cosa vincono? La loro vita sempre più squallida, il loro destino segnato. Vincono la solitudine? Invece noi cosa abbiamo perso? Abbiamo perso l'insonnia, l'ansia, gli attacchi di panico, la mancanza di appetito... E abbiamo acquisito la possibilità di rinascere. Per noi c'è sempre un'altra possibilità. Il nostro destino ce lo creiamo noi, perché siamo in grado di farlo in quanto persone intelligenti e dotate di animo.
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Lun Mar 11, 2019 10:38 pm
concordo Claudia, ma però davvero per loro e' tutta una scommessa, e visto che dal lato sentimento non provano, l'unica cosa che gli dà soddisfazione è la gara vinta. Che poi vincano il niente, la solitudine ecc non importa, l'importante per loro è vincere, anche perchè non si accorgono di cosa vincono veramente, nemmeno ci fanno caso.
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Lun Mar 11, 2019 11:30 pm
Cosa vincono, cosa ottengono per loro non lo so. E non e’ neanche corretto valutare il tutto in termini di vittoria i sconfitta. So che quello che lasciano sono danni permanenti, ferite che riemergono anche a distanza di anni, anche quando credi di aver fatto un buon lavoro su te stesso, anche quando li hai riposti in un angolo remoto del passato. Difficilmente riesci a valutare la relazione per quello di bello che c’e’ stato, purtroppo, almeno per me, poco riesco a salvare. E rimane solo il buco nero di un’enorme perdita di tempo.
A quel punto che loro siano destinati all’infelicita’ eterna poco importa, tanto meglio sarebbe stato non averli mai incontrati.
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Lun Mar 11, 2019 11:36 pm
Concordo Agnese, Concordo totalmente
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Mar Mar 12, 2019 7:33 am
A me ciò che interessa é il meglio comprendere quello di cui abbia bisogno una vittima, per "digerire" al meglio la propria esperienza con un NP. Mi pare evidente, almeno attraverso il mio vissuto personale, che ci sia un modo di rivoltare l'esperienza fatta con l'NP per tramutarla in un esperienza utile a invigorire la nostra vita, e come la viviamo.

Il comprendere come funziona un NP, e cosa lo spinge, é molto importante. Non perché l'NP in se sia in qualche modo importante, ma perché é un requisito necessario per trovare una propria "chiusura" su tutto il male che ci é stato fatto. Se non capiamo esattamente cosa é successo e perché é successo, come facciamo a "chiudere" tutto ciò che sentiamo essere stato lasciato in sospeso con loro?

E allora approfondisco. Noi diciamo tutti normalmente "loro non hanno sentimenti". Ma cosa intendiamo veramente? In realtà loro di sentimenti ne hanno eccome. La differenza tra un NP e un non NP sta in come questi sentimenti vengono gestiti, piuttosto di un "avere" o "non avere" sentimenti. Immaginiamo che l'intero spettro dei sentimenti possibili ad un essere umano sia rappresentato da un cerchio completo. Ora immaginiamo di dividere questo cerchio a metà, e diciamo che una metà del cerchio rappresenti tutti i sentimenti positivi che siamo in grado di provare e che l'altra metà del cerchio rappresenti i sentimenti negativi che siamo in grado di provare. Bene, se noi dovessimo rappresentare l'intero spettro dei sentimenti possibili di un NP, il suo "cerchio" sarebbe identico al nostro. La differenza in realtà sta solo nel modo in cui i sentimenti vengono gestiti.

Per una persona normale non ci sono grossi preconcetti su chi e cosa possa far "innescare" un qualsiasi sentimento, sia negativo che positivo. L'NP invece é proprio in questo che differisce da noi. Essi decidono a priori quale sentimento "innescare" in una determinata situazione, a prescindere dall'individuo che hanno di fronte. Perché? Perché hanno "abbracciato" a priori una narrativa di comodo nell'interpretare ciò che li circonda. Loro hanno diviso quel cerchio, come l'ho descritto prima, e hanno deciso di riservare la metà del cerchio che rappresenta l'intero spettro di sentimenti positivi solo verso se stessi. La restante parte del cerchio, cioè quella dei sentimenti negativi, invece é stata riservata a priori esclusivamente verso "gli altri". La postura adottata che ne deriva é: amo me stesso, odio gli altri. Gli eventi per loro possono solo influire sull'intensità dei sentimenti, ma non su quale sentimento viene riservato a chi.

Ora guardiamo al tutto da un angolo diverso. Nelle persone, esiste il "male"? Esiste il "bene"? O esistono solo patologie, e l'assenza di patologie? la psicologia ha una tendenza ad ignorare il concetto di "male' e "bene" al punto di voler descrivere una persona che intraprende mosse "maligne" come una disfunzione di una persona nell'incapacità di vivere una vita sana e serena. Ma é vero? Io credo di no. Dal mio vissuto attingo invece che la patologia é scatenata da come uno si vive il proprio rapporto con il concetto di "male" e "bene" o se preferite tra "odio" e "amore". Loro riescono solo ad offrire "male" agli altri, mentre una persona normale decide di volta in volta se albergare sentimenti positivi o negativi, di varia intensità, a seconda di con chi abbiamo a che fare.

Il "male" esiste eccome, e non é altro che l'aver deciso a priori che potremmo solo riservare sentimenti "negativi" verso tutto ciò che é all'esterno della nostra stessa persona. É l'aver adottato questa visone delle cose "sviluppa" le disfunzioni psicologiche ed affettive che poi descriviamo attraverso la psicologia, non l'inverso.

Se cominciamo a vedere i nostri relativi NP in quest'ordine di cose si capisce meglio la reale natura del bivio che ci troviamo di fronte, coscientemente. Loro non sono altro che un "monito" per noi. Da una parte ci troviamo la strada per una "dannazione" e dall'altra c'é il richiamo verso la vita. Noi non abbiamo fatto altro che esserci fatti prendere per mano dal nostro NP che ci ha condotto per una breve passeggiata, dal bivio, verso una direzione che era diversa da quella che avevamo inteso prendere. É come aver creduto di esserci fatti guidare verso destra, ed invece ci hanno condotto a sinistra. Poi quando ce ne siamo accorti abbiamo lasciato la presa della loro mano e da soli abbiamo fatto un inversione a "U" per dirigerci nuovamente verso destra. Più facciamo quest'inversione con determinazione, più le nostre ferite guariscono.
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Claudia
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Mar Mar 12, 2019 8:57 am
Anch'io credo molto nel concetto del bene e del male. È un discorso spirituale, prima che psicologico. Basta guardare i loro occhi...Almeno nel mio caso, quando l'ho guardato negli occhi ho visto qualcosa che non mi convinceva, qualcosa di stranamente malvagio. Ovviamente ai tempi non diedi peso alla cosa, ricordo solo che non riuscivo a guardarlo negli occhi, e mi guardavo intorno. Forse già dentro di me capivo, ma solo incosciamente, che c'era qualcosa di strano, quasi occulto, non so bene come esprimerlo ma è stata una brutta sensazione che solo adesso riesco a spiegarmi.
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Agnese
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Mar Mar 12, 2019 6:20 pm
Questa cosa dello sguardo e’ verissima e davvero inquietante.
Ed il motivo per cui leggo e scrivo qui e’ proprio perche’ di recente una persona che mi e’ cara mi ha riservato ‘quello sguardo’. E giuro che un pugno in faccia mi avrebbe fatto meno male. Perche’ proprio da quella persona cosi (apparentemente) ‘gentile educata buona ed onesta’ non me lo sarei aspettata mai. Ed ho riaperto il capitolo NP che avevo chiuso e relegato in un cassetto del mio passato remoto, con la maturita’ e la consapevolezza di oggi. Perche’ con questa persona devo averci a che fare e devo capire come gestirla per evitare che mi faccia altro male.
Quanto al discorso di Unde sul bene e male e’ molto esplicativo e non lascia alcun barlume di speranza. Ora mi chiedo cosa possa dare come genitore un individuo che riserva sentimenti positivi solo verso se stesso. Ho ben chiaro quali danni possa fare un genitore altalenante e poco equilibrato sulla crescita di un bambino, ma un adulto incapace di donare amore disinteressato credo sia molto peggio e sappiamo che i bambini sono spugne ed assorbono tutto molto piu’ di un adulto ormai pieno di sovrastrutture. Puo’ il solo genitore sano coprire le falle di quello disturbato e se non impedire quantomeno contenere i danni?
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Mar Mar 12, 2019 7:59 pm
Agnese,

Non solo può, ma deve. Ed il sistema esiste. Non sto ad entrare nei dettagli ma nel mio voler comprendere come meglio riuscirci, ho recentemente scoperto che una persona a me vicinissima ed ormai alla soglia dei sessant'anni aveva un genitore che era NP. Questa persona non lo sa, e avendo trovato un suo equilibrio sarebbe anche inutile dirglielo.

Questo mi ha dato la possibilità di allargare di molto la prospettiva nel vedere la crescita dei miei figli con un genitore simile "nei loro dintorni". Ora generalizzerò, ma al solo scopo di illustrare una serie di meccanismi importanti.

La prima cosa é di astenersi dal prendere decisioni al posto dei propri figli. Mi spiego, devono avere l'assoluta libertà di arrivare alle proprie conclusioni, piuttosto di averle imposte dal genitore sano, anche se fosse fatto a fin di bene. É difficile, specialmente quando sappiamo chi é l'altro genitore. Tuttavia bisogna comprendere che se noi imponiamo il nostro punto di vista sui nostri figli, in realtà gli staremo facendo perdere tempo nel comprendere la natura dell'altro genitore. Perché? Perché i nostri figli spenderanno del tempo ad asserire il proprio diritto di avere una loro opinione, prima di potersi concentrare sul farsi un opinione sull'altro genitore. Questa perdita di tempo é un lusso che non possiamo permetterci.

La seconda cosa é di rimuovere qualsiasi sentimento legato alla metà negativa del nostro spettro di sentimenti possibili, quando si affrontano temi legati all'altro genitore. Questo per due motivi. Il primo é per rimuovere qualsiasi pretesto per cui i nostri figli possano vedere nella nostra analisi dell'astio che possa mettere in discussione la nostra capacità di essere obbiettivi. Il secondo é perché l'altro genitore ha delle capacità assai superiori a noi in qualsiasi cosa che coinvolga sentimenti negativi. Averne equivale a prestare il nostro fianco ai loro attacchi perché ci muoviamo in un territorio che lui conosce molto meglio di noi. Se invece le nostre azioni vengono esclusivamente mosse da emozioni positive, e costruttive, di fatto ci "accampiamo" in un territorio che l'altro genitore trova impervio, ignoto e pericolosissimo. Di fatto escludere qualsiasi sentimento negativo nelle nostre azioni verso l'altro genitore, vuol dire agire mossi da regole inaccessibili a l'altro da comprendere. Ne deriva che le sue strategie, in questo contesto, diventano inutili, e portano sempre risultati assai lontani da quelli che perseguono, perché mosse in un contesto che sono incapaci di comprendere.

I nostri figli sono spugne, é vero, ma solo loro possono decidere di cosa impregnarsi. Illudersi del contrario é una prerogativa che dobbiamo lasciare esclusivamente all'altro genitore, per il nostro bene, e per il bene dei nostri figli. Presto essi faranno quello che gli viene naturale quando qualcuno cerca di imporre a loro la propria visione. Noi vogliamo che questa situazione, con la inesorabile reazione che ne consegue, sia volta esclusivamente all'altro genitore. Questo faciliterà una loro sana presa di coscienza su tutti i limiti dell'altro genitore.

Se si riesce in questo, stiamo massimizzando le opportunità che i nostri figli si rendano pienamente consci dei limiti del genitore NP, di come salvaguardarsi da tale genitore, e di accettarlo per quello che realmente é. La singola cosa più importante é quella di non incoraggiare sentimenti negativi nei nostri figli verso l'altro genitore. Farlo, paradossalmente, equivale a spingere i propri figli tra le braccia, o meglio sotto il controllo, del genitore NP.

L'obbiettivo é che tutti, a parte l'NP che comunque é irrecuperabile, abbiano una percezione della realtà il più aderente alla realtà stessa. Se si riesce, l'unica cosa che rimarrà e la pena per l'NP e l'assenza di qualsiasi coinvolgimento emotivo nei suoi confronti. Già, perché visto che albergare sentimenti negativi nei suoi confronti rischia di danneggiarci, e visto che non meritano assolutamente alcun nostro sentimento positivo, l'unica opzione che rimane é il nulla nei suoi confronti. Deve essere chiaro a tutti che il fatto che ci deve fare solo pena non é una mossa volta ad un suo bene, ma una mossa esclusivamente volta a nostro bene. Perché loro non meritano di essere amati, ed al contempo noi non meritiamo di farci del male, odiando.
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