amore, narcisismo e relazioni patologiche
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Lun Ago 27, 2018 5:27 pm
Bene, stavolta è finita davvero. Gli ho detto addio, gli ho detto che lo amo e che il mio sentimento vivrà anche lontano da lui. Gliel'ho detto anche sapendo che non ha capito il significato di quelle parole.
Dovevo farlo da tanto tempo. So che era la cosa giusta da fare.
Ci siamo lasciati poche ore fa e già mi manca da morire. Ma indietro non si torna più.
Avrei continuato così, ad essere il tappabuchi del suo tempo libero, ancora. Lo avrei fatto pur di non perderlo, per la paura fo**uta che avevo e ho di vivere senza che lui compaia mai più nella mia vita. Avrei continuato. Ma a quale prezzo? Già il prezzo che sto pagando è troppo alto.
Così non era vita. Rischiavo di impazzire, ogni volta che non trovava tempo per me, ogni volta che non lo sentivo, ogni volta che passavano troppi giorni senza poterlo toccare, ogni volta che sapevo che era con lei a vivere qualcosa per cui avrei voluto esserci io al suo fianco.
Dovevo lasciarlo andare. Ha avuto più di un’occasione per scegliermi. Non l’ha fatto. Dice di volermi bene, mi ha detto che mi rimpiangerà, ma in verità non ha nemmeno provato ad amarmi.
Continuerà la sua vita come meglio crede, tra falsità, apparenze, piaceri effimeri. Io so che lo avrei amato per tutta la vita, ma l’amore non lo si può imporre a nessuno.
Durava da troppi mesi ormai. Io che ero la sua ragazza e la sua convivente, avevo accettato a un certo punto di fargli da amante o forse solo da pu***na.

Sento tanto freddo mentre fuori c’è tanto sole. Io ho solo tanto freddo, perché il mio cuore sta soffrendo già la mancanza di abbracci caldi che non avrà più, non da lui.
So che la realtà è questa e va solo accettata, che è autodistruttivo oltre che stupido lottare contro lo stato delle cose, perché se così sono significa che non può essere altrimenti e chi sono io per decidere come deve essere la realtà?!

Posso solo dire di non avere rimpianti. Ho lottato e lottato ancora per avere il suo amore, ho fatto tutto quanto fosse in mio potere per mostrargli il mio amore, per provare a scaldare quel suo cuore che rischia di gelarsi. Ho avuto il coraggio, oggi, dopo aver a lungo rimandato, di lasciarlo andare.
Avrei voluto poter fermare il tempo, rimanere per sempre abbracciati. E invece l’orologio va avanti ed arriva l’ora di andare, la porta si chiude, cala il sipario definitivamente.
Ora ho tanto freddo e tanta paura.

Avrei voluto che mi dicesse che avrebbe lasciato lei e che avremmo potuto riprovarci. Io gli avrei detto, ancora una volta, sì.
Non so davvero, non più, non adesso, se davvero lui abbia una qualche forma di disturbo di personalità, a che livello, o che altro tipo di disfunzionalità. Non so se sia solo una persona immatura che manca di coraggio e preferisce la strada più facile. Mi ha detto di essere confuso, di non sapere cosa vuole, ma porta avanti una relazione che si fa sempre più seria ormai. Inoltre, dice di essere confuso da quando lo conosco e nonostante i miei tentativi e i suoi (intermittenti), non ha mai fatto molto per guardarsi veramente dentro e agire, con coraggio, di conseguenza.
Io non posso fare più niente. Se avessi continuato, avrei dovuto accettare di vivere ancora con un’ansia galoppante nel petto, in costante attesa di un suo messaggio o di vederlo una volta a settimana, se andava bene, senza poter condividere niente di ciò che conta per me, senza poterlo avere al mio fianco ogni volta che volevo anche solo stringergli la mano o condividere insieme qualcosa di bello. Avrei continuato a vedere la sua vita andare avanti con un’altra, mentre io sarei rimasta ferma in un angolo del mondo, sempre disponibile per lui, ma disconnessa da me stessa e dalla realtà.
Fino all’ultimo momento una parte di me voleva ritrattare tutto e non lasciarlo andare via. È stata la cosa più difficile che io abbia dovuto fare finora, ma anche se non è stato facile, l’ho fatto.

Ora verranno giorni complessi, giorni in cui mi mancherà, giorni in cui le crisi d'astinenza colpiranno duro. Ma non posso che andare avanti adesso e con il coraggio che ho avuto oggi, regalarmi ogni giorno di più la serenità e la presenza che questa relazione mi ha tolto.
Lo amo. Non posso negarlo a me stessa; amo anche le sue ombre. Perciò temo di non poter provare più per nessuno un sentimento così profondo e capace di resistere anche all'assenza di reciprocità.
Andrà meglio la prossima vita!
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minou
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Lun Ago 27, 2018 6:15 pm
Dovevi arrivarci, cara Dreamer... prima o dopo ci saresti arrivata. Non importa dopo quanto tempo , dopo quante ricadute e quanto tortuosa fosse la strada, l'importante è essere arrivata.
E' doloroso certo, lo ami certo, ma finalmente hai capito che ami più te stessa. Te lo devi. Tu sei la persona più importante per te stessa.
Ora respira e goditi questa'aria di libertà, vivitela tutta. Non più attese, non più menzogne, non più senso di essere una tappabuchi...via tutto questo schifo!!!
Sei tu, libera come l'aria, hai superato il punto di non ritorno e puoi solo andare avanti ora. Certo è normale avere paura e freddo, ma tu procedi con la curiosità di un viaggiatore che espolora nuove terre.... e pian piano quel freddo passerà, quella paura si affievolirà.
Ti sono vicina e ti abbraccio forte
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Lun Ago 27, 2018 6:40 pm
Grazie minou per le tue parole. Mi hanno scaldato I love you
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Lun Ago 27, 2018 9:36 pm
Sento il freddo e la paura che provi come se fossero qui con me, da come scrivi.
Ma si dilegueranno lentamente, non dubitarne e credici fermamente. Rivedrai Te Stessa riemergere a poco a poco dalla coltre di nebbia che ti aveva circondata negli ultimi tempi e che ti rendeva sempre più distante ed estranea alla tua persona, a chi sei veramente.
Dice bene Minou: non puoi andare avanti senza te stessa. E' qualcosa di imprescindibile.
Noi siamo qui.
Un abbraccio gigantesco cara, non sei sola!
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Lun Ago 27, 2018 9:56 pm
Grazie mille, davvero, di cuore. Sento la vostra comprensione e la vostra vicinanza!
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Mar Ago 28, 2018 1:48 am
Dreamer,

E' un gran passo, di quelli difficili.

Quando sono arrivato in Medio Oriente nel 2006 mi sono trovato in un posto che non era come nient'altro che avessi mai visto prima. Avevo viaggiato parecchio per lavoro fino ad allora ed in tutti i posti dove ero finito avevo trovato qualcosa, un appiglio, una chiave, per interpretare cio' che mi circondava e trovare una strada professionale chiara da percorrere. In Medio Oriente no. Le diversita', per la prima volta, erano troppe da elaborare tutte assieme. Mi sentivo come se fossi sbarcato su di un pianeta diverso. Nelle prime due settimane sviluppai delle bolle gigantesche di liquido, come delle grosse vesciche, al collo, sotto il mento. Sembravo un rospo. Mi fu' diagnosticato che era dovuto allo stress. Dovevo fare impacchi di cortisone ed indossare occhiali da sole sempre, anche alle riunioni di lavoro. La presi come una sfida. Sono finito per viverci 10 anni, aprirci una mia societa', mi sono sposato, ho messo su famiglia e mi sono fatto parecchi amici tra la gente locale. Poi che mi sono scelto una NP come sposa e' un'altra storia.

Dopo 4-5 anni in Medio Oriente, invece, mi veniva l'ansia quando tornavo in Europa. Ero intimorito dalla crescente efficienza in Occidente, della rabbiosa determinazione che bisognava avere per avere successo in Europa, dalle infinita' di regole, leggi, tasse, complicazioni.

Quello che sto cercando di dire e' che il freddo, l'essere intimiditi, e' normale. Non e' un potere legato a lui e alla sua assenza. Sono sensazioni legate allo stato d'animo indotto dal cambiamento, da qualsiasi cambiamento significativo che ci troviamo ad affrontare. Se metti una persona in carcere per 30 anni, quando uscira' e avra' nuovamente la liberta', non sara' spensierato e felice. Avra' paura. Sara' la paura di non saper piu' navigare nella societa', di non saper piu' come muoversi tra la gente, liberamente. Sara' la paura di non saper piu' come gestire la propria vita, guadagnarsi da vivere, prendersi cura di se stesso. Se vuole riprendersi la vita, comunque ci riuscira'.

Devi darti il tempo di abituarti all'idea e di accettarla. Si tratta di fare dei singoli passi, uno alla volta, atti a sottolineare tutto cio' che di positivo la nuova condizione ha da offrire. I pensieri invece di ruotare intorno a qualcun'altro, ora bisogna cominciare a farli ruotare intorno a noi stessi e alle nostre esigenze, senza mai avere sensi di colpa. Faccio un esempio: un dolce che e' una vera e propria bomba di zuccheri non fa' bene, eppure in casi specifici diventa una necessita'. Un ambiente con un caldo soffocante e' opprimente, pero' se stiamo soffrendo un principio di congelamento diventa necessario, diventa la salvezza.

Ora si tratta, per terapia e non come cambiamento permanente, di imparare a saper mettere se stessi con le proprie esigenze, davanti a tutto e a tutti. E' un egoismo terapeutico e ripeto, temporaneo. Vuoi star male, stare giu' di corda? Stacci, senza tormentarti troppo e senza torturarti con il pensiero che possa essere sbagliato. Poi arrivera' il giorno in cui ci si stanca di star male, in cui si incomincia a tirar fuori la testa dal guscio e da li, pian pianino si ricomincia a vivere. Prima con timidezza, poi con sempre piu' confidenza. Bisogna prende l'abitudine di permetterci una stravaganza, una coccola, una debolezza, periodicamente. Serve a ricordare a noi stessi quanto valiamo veramente, dopo tanto essere stati svalutati. Anche questo e' terapeutico, e' necessario, non e' un lusso. Inoltre serve a ricordarci che abbiamo il diritto di avere delle passioni, delle debolezze per un qualcosa. Un diritto che ci e' stato tolto da troppo tempo, da una persona che c'e le ritorceva contro e che non aveva alcun diritto di farlo.

E' come essere una nave che si dirige verso nuovi territori, con tutte le incertezze che ne derivano. Tuttavia devi sapere che nulla sara' cosi terribile come la tempesta che ti sei appena messa alle spalle. E' proprio l'aver vissuto quella tempesta ed essere sopravvissuti che da valore a quella nave, che ne prova la forza. Ed e' proprio quell'esperienza che rendera' la nave, una volta che avra' riparato i danni subiti, infinitamente piu' sicura di se. Piu' di quanto non lo sia mai stata in passato.

Arriva un giorno in cui ci si rende conto, con precisione, dei propri limiti e i propri punti di forza. E' il momento in cui si riconosce perfettamente fino a dove possiamo spingerci, senza pentircene, senza subire danni irreparabili e che non possono essere giustificati. E' allora che si prende coscienza che abbiamo vissuto una vera e propria metamorfosi in qualcosa di meglio, attraverso un trauma. E' il momento in cui non ci immaginiamo piu' di essere in una determinata maniera, e si sa' invece esattamente chi siamo. E' il momento in cui non ci immaginiamo piu' come siano le persone che ci circondano, e sappiamo invece come sono.

Ti siamo tutti vicini. Qui nessuno sottovaluta il coraggio che hai dimostrato con la tua decisione. Hai fatto qualcosa di grande, non te ne pentirai mai, anche se ci saranno ancora momenti in cui qualche dubbio prendera' il sopravvento. Ti abbraccio, forte forte.
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Mar Ago 28, 2018 2:19 am
Un giorno, un mio amico, che fa anche lo psicologo,
mi disse una frase " se non ripulisci bene la stanza dai demoni che hai lasciato abitarci dentro, ne arriveranno altri più forti".
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Mar Ago 28, 2018 10:49 am
Grazie Undefeated. Rileggerò spesso ciò che hai scritto, nei momenti in cui mi sembrerà di cedere ancora.
Ora è il tempo di curare finalmente quei danni che la nave ha subito così da poter viaggiare verso terre più verdi e non più desertiche che mi hanno solo fatto morire di fame e di sete.

Morden, già, proprio così. Era giunto tempo di fare spazio e pulizia.
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Mar Ago 28, 2018 8:18 pm
esiste spesso un denominatore comune fra noi, non c'è bisogno che lo ricordi io, lo sapete tutti voi benissimo, ed è  un problema collegato all'autostima,  in genere bassa, se si è dipendenti affettivi.Molti di noi hanno avuto un passato caratterizzato da una storia di anaffettività, scarsa stima, abbandono, da parte dei genitori ed abbiamo imparato, al fine di ricevere affetto o riconoscimento, a fare ciò che loro desideravano, a mediare, a reprimerci, ad annullarci, SOPRATTUTTO A RINCORRE CHI non non ci voleva, non ci riconosceva, ed il dolore era attutito dall'ansia, dall'adrenalina che si innesca quando sai che devi fare qualcosa, spendere energie per qualcosa che a tutti costi vuoi, per dimostrare a te stesso che lo meriti, che non sei uno scarto,invece di fermarsi e pensare che tu vai bene cosi, cosi come sei, con tutti i tuoi limiti da accettare perchè tutti ne hanno.E' una dinamica per me già conosciuta quella che si sviluppa ogni volta che vengo lasciato, mi sento uno schifo , l ultimo fra gli ultimi. Perchè ti dico questo?? perchè hai detto..hai scritto una cosa "lo amerò per sempre".Sai, quando qualcuno che abbiamo amato ci ha contestualmente ferito e LASCIATI  O NON AMATI, non siamo più lucidi, tendiamo a dimenticare tutto ciò che di brutto ci ha fatto e questo , dicono sia tipico del dipendente affettivo, si chiama idealizzazione ed è un fenomeno strettamente correlato a quanto ti senta.( o ti abbiano fatto sentire), infinitamente piccolo , inutile, privo di valore tu.Quando avremo riconquistato fiducia in noi, recuperato la stima in noi, forse penseremo a quanto siamo stati ciechi, al fatto che abbiamo reso infinitamente grande una persona, che cosi grande non lo era affatto, se ci ha ridotto a sentirci, uno zero.
Ripulire la stanza significa rompere questo schema, non dover necessariamente vincere questa sfida eterna , capire che ci serve tranquillità, non adrenalina continua, soffocare questa esigenza di competizione con se stessi, per ripagare crediti emotivi vecchi, io non lo se riusciremo a frantumare queste emozioni una volta per tutte, forse dovremmo davvero sfinirci in queste relazioni per arrivare ad apprezzare la pace.Ma se non ripuliamo bene quella stanza, per sostituire l'amore il RICORDO , l IDEA di un ex, che ci ha sconvolto, avremo bisogno di qualcuno che ci procuri emozioni ancora piu forti per sentire di amare nuovamente
, e non è escluso che possano esserlo anche in termini di altro  e maggior dolore.
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Fiorella
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Mar Ago 28, 2018 9:06 pm
Mordem, le tue parole mi hanno colpito profondamente...mi ci rivedo totalmente!
Ma tra l'altro, se non ho mi sbaglio, la causa scatenantechefa diuna personai un narcisista è la stessa di un dipendente affettivo. Anche per loro parte tutto da un "trauma" nell' affettività.....vi risulta?Se é così, abbiamo rischiato grosso!
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Mar Ago 28, 2018 10:05 pm
Grazie Morden, mi permetto d'intervenire ancora per confermare che è tutto vero, mi ci ritrovo in pieno anch'io. Credo sia molto, molto probabile che il bivio sia scaturito dalla medesima mancanza: nella mia esperienza, l'NP ha detto più volte con tono apparentemente sincero che la sua famiglia era totalmente anaffettiva, e lui ne ha risentito molto. Sì, abbiamo rischiato grosso davvero... io mi sento speculare a lui.
Scusate l'off topic.
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morden
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Mar Ago 28, 2018 11:00 pm
non sono un tecnico, quel poco che so lo devo a questo forum e a tutto quello che lessi, in maniera quasi famelica, quando avevo bisogno di risposte quasi due anni fa.Ma quell'ego spropositato dei np  credo abbia  una matrice comune alla nostra, forse con un impronta piu marcata (o tale è stata la loro reazione),, deriva in realtà da una profonda disistima, oltre che da attenzioni negate o, dicono altri, dalle troppe attenzioni ricevute,cosi profonda da non consentirgli nemmeno  di vederla, il narci allontana e odia chi cerca di smascherarlo così come chi non continua a dargli nutrimento narcisistico, proprio perchè , a differenza nostra, non può, non riesce, non vuole vedere la parte peggiore di se.Una mia amica del forum mi diceva che la base è la stessa e forse non aveva torto.A tal proposito, ma è un pensiero solo mio, credo che li sentiamo cosi vicini a noi, forse gli unici in grado di capirci, perchè il sub strato emotivo, perdonatemi se uso termini non proprio esatti ma cerco di farmi capire, ci è molto affine. Io sentivo infatti, quando fini la storia, che dopo di lei, mai nessuno mi avrebbe capito meglio, e dato affettivamente ciò di cui avevo bisogno( anche se danno transitoriamente) sentivo una familiarità esclusiva con lei e tutto il resto del mondo distante anni luce, sentivo un appartenenza che mai avrei potuto cogliere con un altro individuo, fu una sensazione bruttissima, quella relazione mi aveva reso impermeabile al mondo, disinteressato, anestetizzato.Danno esattamente ciò di cui hanno bisogno, e per quell'impronta comune, colmano i tuoi vuoti , comprendendo i bisogni, le tue carenze, come nessuno prima, almeno nel mio caso, avesse saputo fare.Per questo è piu difficile dimenticarli, ma col tempo , con pazienza, molta, si comprende e supera tutto.
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aliceinwonderland
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Mer Ago 29, 2018 11:46 am
Cara Dreamer,

rileggendo le tue parole mi sembra di vedere me un anno fa.

E' passato un anno da quando è finita la mia storia, la mia vita da fidanzata-amante.

La mia era una posizione anomala perchè la compagna ufficiale del mio narciso viveva in

un'altra città e quindi lui di fatto trascorreva più tempo con me che con la compagna.

I nostri amici avevano intuito tutto ovviamente, anche se non ci presentavamo come coppia

ufficiale. Il clima di ambiguità in cui ho vissuto per 5 anni in cui gli altri sapevano e non

sapevano. Il dovermi dichiarare single con i miei genitori mentre c'era questa persona con cui

condividevo buona parte delle mie giornate mi ha logorato più di ogni altra cosa.

Al mattino mi svegliavo proprio con l'ansia galoppante che tu descrivi. Credo che il dover

fingere con tutti mi facesse stare anche peggio dei momenti in cui lui si trovava con l'altra.

Il condurre una 'doppia vita' era, almeno per me, ancora più doloroso della gelosia.

Ma pur di non sentire il 'freddo' di cui parli, accettavo tutto supinamente.

A distanza di un anno ti posso dire questo:

quella che mi sembrava una grande passione, adesso mi sembra una storia poco profonda.

C'era una forte attrazione fisica e c'erano anche momenti di condivisione carini... ma adesso mi

sembra tutto superficiale.

Una relazione profonda si puo' stabilire soltanto nella quotidianità. Quando si è amanti,

si prende solo la parte "luccicante" della persona. Credo che una persona tu la possa percepire

nella sua interezza soltanto quando la vivi nella quotidianità e, non solo nel contesto privato,

ma anche in mezzo ad i suoi amici e alla sua famiglia.

Faccio un esempio banale: io ho un rapporto fortissimo con i miei nipoti, ed un domani, se

avessi un compagno, mi piacerebbe che anche lui avesse un bel rapporto con loro.

A volte, quando stavo col mio ex narciso, avevo l'impressione che vivessimo in una bolla dove

ci fosse spazio solo per noi due e questa bolla stava cominciando a soffocarmi.

L'amore non puo' richiudersi in se stesso... o almeno forse ad alcuni va bene così... ma io mi

rendo conto di sognare qualcosa di più.

Un bacione

P.s. Il freddo a poco a poco passerà e riscoprirai il calore degli amici.
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Mer Ago 29, 2018 12:45 pm
Anche secondo me, come per Morden e Niege, noi e gli NP siamo invero le due facce di una stessa medaglia. Credo che abbiamo spesso vissuto eventi scatenanti simili nell'infanzia. Credo anche che ci siamo trovati ad un bivio a "T" in seguito. A quel bivio loro hanno deciso di girare da una parte, noi dall'altra. E' abbastanza evidente che siamo opposti, speculari. La nostra sinistra equivale alla loro destra, e la nostra destra equivale alla loro sinistra.

Quello che mi interessa di piu' pero', e' qualcos'altro. E' cio' che tra noi non equivale, non e' speculare, e che costituisce il nostro punto di forza mentre sottolinea la loro debolezza. E' la capacita' di prendere coscienza e di astenersi dall'confronto. Gli NP non possono prendere coscienza, e di conseguenza non possono fermarsi, ne cambiare. Noi invece si. Se solo lo vogliamo, infine, attraverso l'empatia riusciamo persino a ragionare come loro (al solo scopo di capire e di saper prevedere le loro azioni/reazioni), loro no. Quando noi, avendo compreso con chi abbiamo a che fare, ci impegniamo a non lasciare alcun spazio dentro di noi a sentimenti negativi quali sensi di colpa, gelosia, rancore, rabbia verso di loro, loro non riescono piu' a gestirci. Questo perche' vuol dire che siamo mossi da sentimenti che sono al di la' della loro comprensione. Loro sanno che i sentimenti positivi esistono, sanno imitarli, ma non sanno comprenderli. Quando noi veniamo mossi da qualcosa che non comprendono, vanno in cortocircuito, i loro schemi non portano mai ai risultati che speravano, e saltano. E quando questo succede loro sono incapaci di cambiare, nonostante tutto dia prova della loro inefficacia.

Ieri sera stavo fumando una sigaretta, prima di andare a dormire. I figli stavano gia' a letto, era un momento di relax. Stavo sdraiato su di un sofa', con le luci ormai spente nello studio, con una finestra aperta e la zanzariera tirata giu'. C'era un calabrone. Si era incastrato una delle zampette uncinate nella rete. Dall'interno ho dato qualche colpetto, con un righello, per sbloccarlo. Immediatamente il calabrone, con questi colpetti innocui, si e' allarmato. Ha cominciato a ronzare e a tirare fuori il pungiglione. L'ho lascato perdere. Questa mattina era morto, ancora li, impigliato nella zanzariera. Questa cosa mi ha fatto pensare. Proprio la sua natura pericolosa, che lo fa' apparire cosi temibile tra tutti gli altri insetti, ha fatto si che non potesse essere aiutato.

I narcisisti non riescono che a continuare, inesorabili come un treno su di un binario, ad andare sempre solo dove li porta il binario stesso. Prova ne e' che il loro carattere ha un'importanza quasi irrisoria, si comportano tutti alla stessa maniera, come fossero fatti in serie, in fabbrica. La patologia e' la loro personalita'. Non esistono come individui. E' precisamente in questo aspetto che si cela il in ogni uno di loro, che si coglie lo stesso inevitabile destino autodistruttivo. Arrivera' un giorno, per ciascuno di loro, in cui rimarranno impigliati grazie proprio alla loro natura, nella rete della vita. Proprio per questa loro natura non possono essere aiutati. Se lo facessimo verremmo punti. Inoltre, anche se riuscissimo, non rappresenterebbe altro che una momentanea manomissione, un ritardo imprevisto, nel decorso naturale delle cose. Prima o poi ci sarebbe un'altra maglia di un'altra rete in cui rimarrebbero impigliati con nessuno disposto a farsi pungere. E' solo una questione di tempo. La vecchiaia per esempio, il momento in cui si diventa deboli e per forza di cosa si torna a dipendere dagli altri come nell'infanzia, non puo' che essere l'inferno per persone con la loro postura mentale. Questi sono i vecchi che rischiano di venir consegnati, abbandonati e dimenticati in un istituto, da parenti che arriverebbero a non provare alcun senso di colpa, vuoi perche' sono narcisisti anche loro, vuoi perche' hanno sofferto troppo, inutilmente, per loro mano attraverso gli anni.
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Mer Ago 29, 2018 7:51 pm
Quello che hai scritto, Morden, mi trova concorde. Io ho da subito sentito una nota in comune con lui, ancora prima di conoscerlo. Non so spiegarlo, ma mi sentivo in sintonia con lui e con le sue difficoltà vecchie e nuove. Vissuti familiari simili, con le dovute differenze, ci facevano comprendere senza fatica la lingua che parlavamo.
Mi ha particolarmente colpito quando parli dell’abitudine di rincorrere, di fare e dimostrare qualcosa, per ricevere uno sguardo di approvazione, quindi, di amore, dalle persone che amiamo. Se ci penso è una dinamica per me familiare, è ciò che ho fatto dalla mia infanzia e dopo, ed è ciò che ho fatto con lui.
Ma con lui è un rincorrere una persona che viaggia su una linea parallela, quindi di fatto irraggiungibile. Una corsa vana, insomma.
Un’altra cosa per me vera è il fatto che con lui avrei continuato questa inutile ed estenuante rincorsa perché inconsciamente convinta che lui fosse il mio riscatto, che lui fosse la riscossione dei miei crediti che avevo verso la vita.
Tuttavia, se è vero che l’ho idealizzato tanto in passato, ora non più. Lo vedo per ciò che è, con tutti i suoi grandi limiti, con le sue mancanze, i suoi infantilismi, maschere, inumanità ecc. Eppure, il mio sentimento rimane. Non so nemmeno io né perché né come sia possibile.
È innegabile che lui mi abbia dato quelle emozioni forti, fortissime, di cui parli e che per me arriva la parte difficile di “sostituirle” con qualcosa di meno adrenalinico, ma più sano e autentico. Ho persino fatto un sogno la notte dopo avergli detto addio. Facendo una ricerca ho scoperto proprio come anche il mio inconscio abbia registrato questa perdita importante per me e lo sconvolgimento emotivo fortissimo che ne è conseguito.

Undefeated, mi ha fatto molto pensare quello che scrivi a proposito del calabrone. Cercando di aiutare qualcuno che ti percepisce come minaccia, si rischia solo di farsi del male. Inoltre, loro finiranno per essere la loro stessa causa di un brutto destino. Il mio ex mi ha sempre confidato di avere tanta paura di invecchiare.
Siamo speculari, vero, incastri perfetti, ma con una grande differenza che è appunto nei sentimenti che non provano. Fatico davvero a capire come sia possibile, io che sento tutto amplificato all’ennesima potenza e lui che mi ha più volte confidato di non riuscire a sentire nulla.

Alice, grazie per il tuo intervento. Pensa che io prima ci vivevo nella stessa casa, quindi in pratica sono passata dalla condivisione delle 24 ore, a vederlo sì e no 3 ore a settimana e senza poter di fatto più condividere niente. Il che mi ha logorato giorno dopo giorno. E poi le bugie che dovevo raccontare quando lo vedevo…io che ho sempre rivendicato con forza il valore della verità. Non ero più io.
Una storia profonda, forse, in fondo, non lo è mai stata, se non da parte mia (perciò di fatto no, non lo è stata), perché lui il cuore non ce l’ha mai messo. Una volta gli dissi che lui entrò nella relazione con un piede soltanto, e questo mi pare renda molto l’idea. L’attrazione è tantissima, come lo è il senso di familiarità che il suo corpo ed energia mi danno e che mi hanno reso tanto difficile il distacco. Tuttavia, ho sempre sentito una mancanza di intesa e comunione che andasse a livelli più profondi; era come se ci fosse uno strato oltre il quale lui non permettesse più di andare. Da qui i miei inutili tentativi e rincorse.
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Gio Ago 30, 2018 10:30 am
Cara Dreamer,

più ti leggo più rivedo me un anno fa. Ai miei amici che mi chiedevano "ma tu non ce l'hai con lui per come ti ha trattato", io rispondevo che ero consapevole dei suoi limiti e difetti e che lo amavo nonostante tutto. Sì il sentimento, come nel tuo caso, era profondo solo da parte mia. Lui era sempre con un solo piede nella relazione, come se avesse paura di rimanere imbrigliato e tutte le occasioni in cui sembrava lasciarsi andare e coinvolgersi di più erano seguite da repentini momenti di gelo e di distacco.
Non lo odio perchè credo che sia geneticamente fatto così e che non sia in grado di dare di più in una relazione ... pero' adesso non dico più 'lo amo nonostante i suoi limiti'. Adesso, a distanza di un anno, dico 'non potrei tornare con lui e non potrei più amarlo proprio per i suoi limiti'. Da notare tra l'altro che, per lui, quella limitata ero io perchè volevo soffocarlo e non sapevo coniugare amore e libertà dell'altro .... lui diceva che il mio non era amore ma desiderio di possesso.
Ero io od era lui ad essere limitato ? forse, in quanto esseri umani, lo eravamo tutti e due... ma una cosa adesso ho ben chiara in mente: "non devo cercare di adattare la mia vita a dei valori che non condivido". La sincerità e la monogamia per me sono due valori importanti e non posso calpestarli per stare con una persona che ha un sistema di valori diverso dal mio ... mi snaturerei. Io in tutti questi anni mi sono snaturata per lui e questa è la cosa che adesso rimpiango di più.
Da come scrivi, è visibile che tu provi ancora dei sentimenti molto forti nei suoi confronti. Spero proprio che tu possa trovare la forza di mantenere questa linea e di vivere in conformità alla tua vera natura.

Un abbraccio

Alice
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Gio Ago 30, 2018 10:49 am
Allora spero proprio di arrivare al punto in cui sei arrivata tu...un sentimento del genere verso di lui è solo sprecato.
Il tempo e la distanza sempre maggiore (fisica e mentale) che porrò tra me e lui (e il suo ricordo), sono le sole cose che vedo al momento che potranno aiutarmi.
Nel frattempo, metto una maglia in più e continuo per la mia strada, da ora in poi seguendo solo il mio ritmo.
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aliceinwonderland
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Gio Ago 30, 2018 12:37 pm
Cara Dreamer,

non nego che è dura. Ti confido che, a distanza di un anno, di tanto in tanto ancora mi mancano alcuni dei momenti che vivevo con lui... ma poi penso a tutti i bocconi amari che ho dovuto ingoiare e tiro avanti. La cosa bella è che adesso è passata l'ansia. Non è passata subito ... è passata dopo alcuni mesi. Quando stavo con lui mi svegliavo con l'ansia perchè mi sentivo una sorta di "impostora". Quando la storia è finita, mi svegliavo comunque con l'ansia perchè avevo il terrore che mi ricontattasse e di essere troppo debole per resistergli. Ero disperata... mi chiedevo "ma allora saro' costretta a vivere per sempre nell'ansia, con o senza di lui?". Poi un giorno l'ansia non è montata più ... non so come sia successo ma è successo... e questa serenità ritrovata è bellissima.
Ti auguro di poterla recuperare al più presto!
Un grosso abbraccio
Dreamer
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Gio Ago 30, 2018 1:54 pm
Grazie per il tuo augurio. È sempre d'aiuto leggere di chi parla di una ritrovata serenità, ora che mi sembra così lontana.
Oggi è ancora un giorno difficile...con l'ansia e la tristezza a farmi da compagne...e poi penso a quanto lui invece sia perfettamente tranquillo, con la sua vita di cartone ben spianata di fronte a sè.
Il prezzo se mai lo pagherà, non sarà adesso né a breve termine. Questo è il pensiero che oggi mi tormenta. Ed io?! Chissà quanto tempo mi ci vorrà per rimettere insieme di nuovo tutti i pezzi, e forse allora sarà già tardi, mi sarò già persa una fetta di vita, di giovinezza.
E tutto solo per essermi ostinata a cercare amore in un cuore di cartapesta.
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Ven Ago 31, 2018 11:31 am
morden ha scritto:Un giorno, un mio amico, che fa anche lo psicologo,
mi disse una frase " se non ripulisci bene la stanza dai demoni che hai lasciato abitarci dentro, ne arriveranno altri più forti".

Verissimo. Grazie Morden.
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Ven Ago 31, 2018 11:36 am
morden ha scritto: credo che li sentiamo cosi vicini a noi, forse gli unici in grado di capirci, perchè il sub strato emotivo, perdonatemi se uso termini non proprio esatti ma cerco di farmi capire, ci è molto affine. Io sentivo infatti, quando fini la storia, che dopo di lei, mai nessuno mi avrebbe capito meglio, e dato affettivamente ciò di cui avevo bisogno( anche se danno transitoriamente) sentivo una familiarità esclusiva con lei e tutto il resto del mondo distante anni luce, sentivo un appartenenza che mai avrei potuto cogliere con un altro individuo, fu una sensazione bruttissima, quella relazione mi aveva reso impermeabile al mondo, disinteressato, anestetizzato.Danno esattamente ciò di cui hanno bisogno, e per quell'impronta comune, colmano i tuoi vuoti , comprendendo i bisogni, le tue carenze, come nessuno prima, almeno nel mio caso, avesse saputo fare.Per questo è piu difficile dimenticarli, ma col tempo , con pazienza, molta, si comprende e supera tutto.

Caspita, è proprio così.... anch'io non mi sono mai sentita capita così profondamente dal mio ex, a volte sembrava davvero che mi leggesse dentro e questo da una parte mi spaventava, dall'altra mi spingeva a credere che fosse l'amore della mia vita, l'"anima gemella" .
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Ven Ago 31, 2018 11:42 am
Dreamer ha scritto:
Undefeated, mi ha fatto molto pensare quello che scrivi a proposito del calabrone. Cercando di aiutare qualcuno che ti percepisce come minaccia, si rischia solo di farsi del male. Inoltre, loro finiranno per essere la loro stessa causa di un brutto destino.

Già, è proprio così.
grazie Undefeated per la metafora.
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