amore, narcisismo e relazioni patologiche
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Lunapark Emozionale - Famiglie del III millennio Empty Lunapark Emozionale - Famiglie del III millennio

Mer Giu 20, 2018 4:41 am
E' passato qualche mese dalla mia presentazione dove a grandi linee vi ho esposto il mio problema.

Ho aperto e poi chiuso la pagina del forum tante volte, nelle sere più grigie, per sfogarmi, per buttarli giù sulla carta i problemi... stasera li sento riaffiorare, mentre vorrei semplicemente stare bene, senza troppi pensieri. Forse li evito perché non vedo soluzioni, ma il problema è reale, quotidiano e anche se cerco di non pensarci (mi tengo indaffarato, no-contact per quanto possibile e sasso grigio) stringo i denti.
Vado oltre le definizioni, ma i contenuti trovati qua e là a proposito di personalità borderline, narcisistiche e istrioniche si adattano al mio contesto, insomma a mia madre. Ho problemi con lei da qualche tempo a questa parte. E' come se fosse cambiata da quando (vedi presentazione) sono tornato a vivere con i miei. Poco dopo un'esperienza all'estero.

E' cominciato una sorta di declino esistenziale. Poca vita sociale, difficoltà ad accettare la cosa, lavoro zero..insomma... a quasi 30 anni tornare a vivere con i tuoi non è il massimo.
Avevo chiuso con la mia ex, ma dopo il nulla iniziale ho cominciato a riprendere interesse per le cose, ho ripreso a suonare (avevo lasciato lo strumento durante l'università) mi sono rifatto nuovi amici, ho cominciato a lavoricchiare e a viaggiare (entro i limiti ma comunque spesso) insomma ho cambiato prospettiva. Avevo passato non uno, ma più inferni. quelli freddi, lunghi, come gli inverni al polo. Ora tornava la primavera. Mi sentivo meglio. Veramente. Rinato.
Comincio a stare più tempo con i miei, e la prendo nel verso giusto, insomma, mi godo un po' di tempo con loro, che per me ci sono sempre stati. Faccio tutto quello che posso per aiutare in casa, lavoretti, cucino quando posso, insomma tutto quello che c'è da fare. Certo gli scontri non mancano, inevitabili. Mia madre però incomincia ad essere meno presente. Intendo come donna di casa.
All'inizio far da mangiare ogni tanto o fare la spesa o i piatti lo facevo di mia iniziativa. Ma poi è diventato abitudine e anche mio padre cominciava a notare la cosa.
Inoltre sono cominciate le "frecciatine". Non so come altro definirle. Frasi, riferimenti, sguardi o comunque modi di fare atti a darmi in qualche modo fastidio, a volermi quasi provocare a volte, altre a volermi umiliare sottilmente. Dovrei fare degli esempi, ma credo abbiate capito di cosa parlo. Insomma una sorta di meschinità che facevo fatica a decifrare, visto che partiva da mia madre, una persona che mi ha sempre voluto strabene, sempre sostenuto, cresciuto nel migliore dei modi, gran lavoratrice, grande donna. Ho molta stima di lei. Insomma, ne avevo. Ora non lo so.

E' questa la sintesi del mio dilemma: Non mi fido più di mia Madre. E' una cosa brutta, bruttissima, che non auguro a nessuno. Come ritrovarsi a sospettare del tuo più grande alleato.

Siamo andati avanti un anno, tra momenti normali e momenti "strani". Poi mio fratello ha trovato lavoro fuori e in quel periodo mia madre ha cominciato ad essere più acida del solito, insomma non so come definirla, però i suoi atteggiamenti strani si erano intensificati, verso me e mio padre. Mi portava al limite, spesso mi arrabbiavo, altre volte ci ridevo su, ma la cosa cominciò a diventare reale. Mi chiedevo, ma com'è possibile? Ma perché fa così?
Era una provocazione continua, oppure un tentativo di umiliazione, come se voleva che mi sentissi inadeguato, o insicuro, o arrabbiato. E io già avevo i miei di grattacapi. Insomma, è stato un periodo sfiancante. Mi svegliavo con questi pensieri, andavo a lavorare, cercavo di rifarmi un giro tra i musicisti, lei in tutto questo o era indifferente, o voleva infastidirmi in qualche modo, o provocare in me una qualche reazione di rabbia o non so. Faceva e diceva cose che all'apparenza erano saluti, modi di preoccuparsi di me o altre forme di carineria ma in realtà erano frecciatine che solo io potevo capire, ricamate per me in maniera diabolica e subdola. Ero stanco il doppio, arrivavo alla sera sfinito fisicamente e mentalmente. Poi ricominciavo.
Ma è mia madre, che dovevo pensare?
Finché un giorno sono esploso. Abbiamo litigato per una cosa molto personale, di carattere economico (ancora irrisolta) che non posso star qui a dire, ma per chi volesse posso scrivere in pvt. Le ho detto cose irripetibili e non me ne vergogno perché le penso tuttora. Ma in lei non ho intravisto emozioni, è rimasta fredda. Ma non nel senso glaciale, o controllata. Era semplicemente senza emozioni, come se stesse ricalcolando il da farsi. Inumana.
Da allora il nostro rapporto si è incrinato, mio padre cerca di fare da bilanciere ma anche lui non è che se la passa meglio di me, insomma, anche lui intravede qualcosa che non va, ma lo reputa normale, io no. Io intravedo un disturbo di qualche tipo nella personalità di mia madre, e comunque mi sta rendendo la vita difficile, fa cose strane che in qualche modo devono darle soddisfazione anche se non capisco come sia possibile.
Ci sono giorni, momenti in realtà, in cui mi sento come se avessi perso mia madre e ora ci fosse una matrigna al suo posto. Per questo cerco di non pensare.
Ma è così.
Ora praticamente convivo con mio padre che dopo la pensione vegeta sul divano tutto il giorno, mia madre che ancora lavora e fa i suoi giri, ma a casa ce e non c'è, giusto la domenica che viene mia nonna e allora guarda caso scopa straccio e pranzo della domenica, tutta affettuosa e remissiva e sembra che fa tutto lei. Lunedì: frigo semivuoto, io vado a fare una piccola spesa cucino per me e mio padre lavo i piatti lei torna da lavoro manco mi saluta costringe mio padre a uscire per un gelato.
Per non parlare di mio fratello, che è il cocco di mamma (arrivista e materialista come lei) ma non fa nulla, anzi quando può spilla ancora soldi a mio padre. Indecente. Un capitolo a parte.

Insomma vivo una situazione surreale, con lei ormai ho imparato a giostrare, ma non mi piace per niente farlo.
Ma che problema ha? Come è possibile che un genitore si comporti così con un figlio? Una Madre?!?





P.S.
Apro quest'argomento per approfondire, per rispondere meglio alle domande che mi avete fatto, ma anche come spunto di riflessione e di analisi su quelle che sono le corde più sensibili delle nostre esistenze, i fili invisibili che legano passato e presente, i nostri ricordi, le nostre paure ancestrali, insomma tutto il bagaglio emozionale che ci portiamo dietro, che ci definisce, che fa parte di noi. Quella matrice psichica, quel sottostrato esistenziale che ci pervade, che ci forma, che evolve insieme a noi. Chiamiamola Psiche, Ego, Anima, Software, Linfa, Ipotalamo, Aura...quello che più vi piace.
Da animali con istinti e necessità basilari siamo passati (per gradi ovviamente ma evitiamo una digressione antropologica) a piccoli esseri praticamente onnipotenti, tutti indaffarati a dirigere le nostre orchestre digitali comodamente seduti su scettri dell'Ikea. Siamo passati attraverso esplorazioni, invenzioni, catastrofi, guerre, rinascite, rivoluzioni e religioni per approdare nel cyberterzo millennio. Sempre più persi in universi digitali a portata di touch. Sempre più cosa? Cosa Siamo Diventati?
E che senso ha la Famiglia nel III millennio?

Lo so che sono OT, ma la mia relazione patologica investe proprio i rapporti con la mia famiglia, e credo che sia quello alla fine un po' il nocciolo di molte questioni irrisolte che ci portiamo dietro, che nascondiamo dietro una maschera, a volte anche a noi stessi. Forse è un po' freudiano, ma credo che il rapporto con i propri genitori nei primi anni di vita sia fondamentale per quello che poi sarà il nostro modo di rapportarci alle altre persone. Ora, genitori perfetti non ce ne sono, come non ci sono i figli perfetti. Ci sono persone, con le proprie peculiarità e i propri limiti, e crescendo si impara a rispettare questi limiti. O almeno mi piace pensarla così.
A guardare con leggerezza le cose direi che la vita è fatta così, e le sfide vanno affrontate, per crescere, per evolvere e per innalzarsi spiritualmente. La vita è un viaggio e vale la pena andare, affrontare l'avventura con i pericoli che comporta.
Voglio credere che in fondo le persone, tutte le persone, sono qui per uno scopo, e il loro viaggio è il loro destino. L'alternativa è che tutto sia affidato al Caos, e questo no, non lo posso credere.
Ma è tutta una questione di fede.
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Mer Giu 20, 2018 5:10 pm
Ciao libero.
Non posso risponderti sullo specifico della tua situazione familiare, con tuo madre specialmente.
Posso solo dirti che io stessa mi sono allontanata dalla mia famiglia, che pure amo, ma non mi permetteva di essere me stessa. Con mia madre ho avuto diversi scontri, so che mia ama a modo suo ma so che nonostante questo mi ha ferito cmq, non per sadismo certo. Per questo oggi l’ho perdonata, ma ho dovuto anche prendere le distanze. Non mi dilungo troppo su questo.

Capisco perfettamente quando dici che talvolta è più facile evitare i pensieri che ci porterebbero a profonde riflessioni e conseguenti cambiamenti…secondo me, non tanto perché non ci sono soluzioni, ma perché quelle soluzioni non ci piacciono.

Dici che solo da poco tempo hai colto questo cambio di atteggiamenti di tua madre nei tuoi confronti, finanche l’assenza di emozioni durante la lite di cui parli.
Se davvero tua madre ha un disturbo di personalità è molto probabile che di segnali ne abbia dati anche prima. Forse semplicemente non li avevi colti in questa chiave, oppure adesso si sono esacerbati da parte sua nei tuoi confronti per delle circostanze che li hanno scatenati in lei. La mia è solo un’ipotesi.
Può anche darsi che lei abbia raggiunto livelli altissimi di frustrazione e che abbia trovato in te un buon appoggio per riversarla.
In ogni caso il tuo disagio è assolutamente comprensibile…si tratta di tua madre. Come pensare che una madre goda nel farti del male?!
Già per me è stato difficile accettare che la persona che amavo e di cui mi fidavo mi abbia pugnalato ripetutamente alle spalle…
Un po’ il principio è lo stesso: come puoi pensare che chi dice di volerti bene (e nel tuo caso ti ha messo al mondo, cresciuto ecc.) ti colpisca nei punti deboli che sa, proprio per ferirti?! O nel mio caso, che menta spudoratamente?!
È un pensiero insostenibile, me ne rendo conto.

Riguardo all’altra questione che hai sollevato, mi trovi concorde.
Nessuno è perfetto, tutti commettiamo errori in quanto uomini e quindi anche quando diventiamo genitori.
Certo è che personalità disturbate che mettono al mondo figli fanno danni enormemente maggiori di chi invece fa il suo meglio e semplicemente commette errori “in buona fede”.

Tutti, chi più chi meno, si portano ferite che hanno avuto origine proprio nell’infanzia e da adulti poi siamo tutti chiamati a farvi fronte.

Mi piace come hai intitolato il post. Sulla società odierna ci sarebbe tanto da dire…io sono molto pessimista, vedo una deriva involutiva nonostante il continuo progresso tecnico-scientifico.
Chiedi: “Cosa Siamo Diventati? E che senso ha la Famiglia nel III millennio?”
Eh belle domande!
La vita è un viaggio, sì…ma nemmeno io credo che sia tutto affidato al Caos. In qualche modo vedo un filo che collega le varie fasi della mia vita…non so, non mi resta che continuare il viaggio e vedere cosa mi svelerà.
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Mer Giu 20, 2018 7:49 pm
Ciao Dreamer,
grazie per avermi dedicato un po' del tuo tempo e per l'empatia dimostrata.
La tua ipotesi si avvicina molto alla situazione. Da un punto di vista logico, estraniandomi dal contesto e analizzando la cosa (anche se qui andiamo oltre la logica perché il presupposto che una madre possa provare risentimento o qualche tipo di sentimento affine nei confronti di un figlio è... innaturale, io credo) potrei dirti che hai ragione; nel senso che, cito quello che hai scritto:

"Dici che solo da poco tempo hai colto questo cambio di atteggiamenti di tua madre nei tuoi confronti, finanche l’assenza di emozioni durante la lite di cui parli.
Se davvero tua madre ha un disturbo di personalità è molto probabile che di segnali ne abbia dati anche prima. Forse semplicemente non li avevi colti in questa chiave, oppure adesso si sono esacerbati da parte sua nei tuoi confronti per delle circostanze che li hanno scatenati in lei. La mia è solo un’ipotesi.
Può anche darsi che lei abbia raggiunto livelli altissimi di frustrazione e che abbia trovato in te un buon appoggio per riversarla."

Mettendo da parte le emozioni (è ovvio che non posso, però cercando di restare razionali) ti potrei dire questo:
Mia madre ha riversato su di me tante aspettative, e ha influenzato molto la mia vita (parlo di scelte importanti, tipo l'università)... a rivedere la mia vita, al netto dell'amore che provo per lei, potrei ben dire che mi ha manipolato in più occasioni, magari pensando al meglio per me, (oppure per se?) ma alla fine io ho preso un'altra strada, l'università l'ho lasciata, e assecondando la tua ipotesi ti potrei dire che l'ho ferita in questo senso, che si senta tradita perché in qualche modo ora non sono più il suo giocattolo preferito?
Vero anche che nei periodi di maggiore stress questo suo lato emerge di più, vedi sotto le feste, o quando ha problemi sul posto di lavoro (litiga spesso con i colleghi, guarda un po' ). Sono d'accordo con te, ma questo vuol dire accettare il fatto che mia madre sia veramente disturbata, cioè, tutto torna se mettiamo in conto questo. Oppure è normale una reazione di questo tipo da parte di un genitore? Insomma, la sto guardando dal lato sbagliato?
Come dici tu, è che segnali ce ne sono stati, ma ora è diversa la lente con cui li analizzo. E' come se ora vedessi le varie maschere che indossa a seconda del contesto, ma io conoscessi il suo vero volto.
Insomma, perché mai prima avrei dovuto farmi dei pensieri sul bene o meno che mia madre prova per me? Cioè, perché mai avrei dovuto mettere n dubbio la fiducia che ho in lei?
Vorrei capire se mi sto facendo una grandissima paranoia o se veramente come temo questa cosa sia reale. Se è così ci sono conseguenze da valutare che mi spaventano, sul serio.
E' un'ipotesi che rende le mie giornate meno leggere.
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Gio Giu 21, 2018 3:19 am
Caro Libero, i miei genitori sono e sono stati speciali per questo credo sia per me molto difficile capire fino in fondo il tuo disagio. Purtroppo mio figlio si ritrova nella tua condizione, avendo come padre un Np con il quale lavora, pure. Mio figlio sa perfettamente chi è suo padre o cos’ è suo padre, oramai da diversi anni. È sempre stato un ragazzo sensibile, remissivo, un grande incassatore, con una perenne insicurezza sulle sue capacità. Nonostante il mio supporto continuo non sono stata in grado di arginare i danni causati dal comportamento svalutante del padre. Ma mio figlio continua ad aspettarsi che suo padre cambi, che si comporti come un genitore amorevole, che un giorno finalmente lo guardi negli occhi per dirgli quanto ammira il lavoro che ha fatto e l’uomo che è diventato. Io penso che suo padre non ne sarà capace mai. Ma lui non si rassegna e cova un rancore profondo che  amareggia tutte le sue giornate. Io credo che mio figlio non riuscirà ad essere un individuo adulto indipendente finché non si libererà di questo rancore, che altro non è se non amore verso un genitore che non si comporta come tu vorresti. Credo che non sentirsi accettato da un genitore sia peggio che avere una relazione con un Np. Il partner di un Np può decidere di chiudere il rapporto, soffrendo si ricostruirà, ritroverà se stesso, ciò che era prima e molto altro, rinascerà. Il figlio di un Np è come se avesse una partenza zoppa, un tassello mancante che non lo farà mai sentire adeguato. Questo anche per me è motivo di grande sofferenza. Vorrei che crescesse nella sua indipendenza fino ad infischiarsene di ciò che pensa il padre.
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Gio Giu 21, 2018 8:03 am
Capisco bene che questo tuo dubbio ti inquieti parecchio...pensare che tua madre abbia un serio disturbo di personalità non è come pensare a cosa mangiare per cena...
Sicuramente stai ripercorrendo tutto a ritroso, vari episodi ecc.
Io non posso dirti se davvero tua madre abbia una qualche patologia psichica. Chi è dentro la relazione affettiva e comincia a vedere qualcosa sotto una luce diversa, sente anche che qualcosa stona, che c'è qualcosa di insano, qualcosa che si inceppa.

Ti posso dire che mia madre ha fatto tutto nella sua vita per noi figli, si è sacrificata e lo fa ancora per la famiglia, prima quella d'origine e poi la nostra. Però mi ha anche fatto soffrire. Ora, io non conoscevo l'esistenza di disturbi di personalità prima del mio ex partner...
Dopo la fine della relazione chiaramente io stessa ho dovuto analizzarmi e rivedere la mia vita, le mie ferite, i miei bisogni. Ho visto quali vissuti mi avevano portato ad accettare certi comportamenti e atteggiamenti del mio ex, perchè di fatto per me erano normali, erano gli atteggiamenti che avevano avuto con me le persone che mi dicevano di volermi bene e di fare le cose per il mio bene, in primis mia madre.
Allora inevitabilmente ho ripercorso anche i miei vissuti familiari (in parte, almeno), con timore, non lo nego...Fortunatamente mia madre non ha un disturbo di personalità, ma tratti di personalità narcisistica senz'altro. Ed è una cosa molto diversa.
Di aspettative ne aveva tante su di me. Io non sono stata e non sono una figlia "normale", "come tutte le altre", "sono strana" ecc ecc., non faccio l'elenco. La sua frustrazione personale l'ha scaricata spesso su di me e ora che mi sono allontanata e sente di aver perso un pò il controllo su di me, torna alla carica ogni tanto anche a distanza. Dice sempre che vuole il mio bene, che mi dice delle cose solo per il mio bene. Io so che è vero, non mente...ma poichè le è mancato tutto un lavoro su se stessa, non vede che quello che vorrebbe da/per me non è per il mio bene, ma perchè farebbe lei felice, secondo i suoi "parametri" e "criteri".
Non volevo parlare troppo di me, ma era solo per dirti la mia esperienza e magari darti qualche altro spunto per comprendere la tua.
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Ven Giu 22, 2018 1:05 am
Grazie Aquila reale, sono vicino a tuo figlio e mi riconosco molto nella sua descrizione. Ma io non ho come lui un genitore che mi supporta, o che almeno è aperto a questo tipo di analisi, anzi.
Anch'io ho provato rancore nei confronti dei miei genitori, credo sia una fase di passaggio all'età adulta, dove smetti di addossare responsabilità agli altri (in primis i genitori) per la tua vita, e cominci a prendere le Tue di decisioni. Parlo per me ma penso che si possa generalizzare dicendo che c'è per tutti un momento in cui si incolpano i propri genitori di molte cose, ci si domanda su come ci abbiano cresciuto, e nella mente di un adolescente un padre o una madre idealizzati non possono e non devono aver fatto errori nel sostenerli. Di qui la rabbia, per le cose che non sono come "dovrebbero".
Poi si cresce e ci si rende conto che i nostri genitori sono persone normali anche loro, con pregi e difetti. Sono esseri umani, e soprattutto sono le persone che più ti amano al mondo. Quindi rispetto.
Credo sia il preludio alla maturità, all'indipendenza personale, e anche alla definizione di ciò che veramente siamo.
Ma tornando alle tue parole:

"Lui non si rassegna e cova un rancore profondo che amareggia tutte le sue giornate. Io credo che mio figlio non riuscirà ad essere un individuo adulto indipendente finché non si libererà di questo rancore, che altro non è se non amore verso un genitore che non si comporta come tu vorresti. Credo che non sentirsi accettato da un genitore sia peggio che avere una relazione con un Np."

Si, siamo lì.
Le cose tra alti e bassi (ecco perché il titolo "Lunapark Emozionale") mi hanno portato a questo: vivo le mie giornate con questo sottofondo, mi ritrovo sospettoso a casa mia con i miei cari, ormai la cosa è diventata... vera. Mi avvelena le giornate pensare a tutto questo, realizzarlo. E si, provo anche rancore, a volte. Non sto cercando il suo amore o il suo rispetto (non credo almeno, ma magari è proprio così ora che mi ci fai pensare) e neanche i suoi atteggiamenti che prima mi ferivano (l'indifferenza dimostrata con gesti quasi di maleducazione, sempre quando siamo soli, oppure i tentativi di sminuirmi, umiliarmi o provocarmi, questi soprattutto davanti a qualcuno, però sempre selezionato, le confeziona su misura le sue diavolerie) ora mi danno meno fastidio, da quando li ho un po' decodificati, grazie anche alle tante letture sull'argomento. Non mi interessa neanche definirla sotto qualche tipo di disturbo, anche se ne ha comunque i tratti. E devo dire che, al netto di tutto quello che ho passato (è stato un anno difficile, diciamo intenso) sto reagendo bene. E non è solo avere a che fare con una "matrigna" che già ti mette i bastoni tra le ruote. E' l'assenza di una madre. O meglio, le due cose combinate.
Insomma, anche se si è lontani sapere e sentire che qualcuno ti vuole bene, sul serio, sapere che c'è e che ti puoi fidare di lui. Io ormai non la sento più questa cosa della Casa, della Famiglia. Questa è la perdita più grande. Ma vado avanti, sul serio. E andare avanti e altrettanto difficoltoso, da una parte la "matrigna" che ancora non so se sia mia madre in versione str***a o un'altra persona che solo ora vedo com'è, dall'altra mio padre, un capitolo a parte (mi sento più io il genitore, è immaturo sotto molti aspetti) che comunque non è neanche lontanamente come te, che ti sei informata e hai capito il problema e ti interessi a tuo figlio e pensi a come dargli un sostegno in questa prova che è chiamato ad affrontare con suo padre. Si, mi sento un po' senza riferimenti al momento, e più che pensare a me, al mio lavoro e alla mia vita non posso fare.

Il passato non si cambia, e se i miei genitori hanno fatto errori (in buona fede o meno) non posso che accettarne le conseguenze e lavorare per correggermi (nei limiti).
Il presente è l'unica cosa che conta, e cerco di viverlo appieno.
Al futuro guardo con fiducia e speranza. Vorrei raggiungere quell'indipendenza che tu auguri a tuo figlio.
Se mia madre fa o farà cose per ostacolarmi, il problema lo affronterò al momento. Che altro potrei fare?
Che consiglio daresti a tuo figlio per difendersi da suo padre? Per allontanarsi dalla sua ombra?
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Ven Giu 22, 2018 2:34 am
Il primo consiglio è andare a vivere da solo, uscire di casa, avere un proprio spazio fisico credo sia importante. Avere potere decisionale sulla propria vita, anche nelle piccole cose, cosa mangio, quando mangio, quando dormo, autonomia insomma. Penso sia il primo passo, insieme ad un’autonomia economica che potrebbe spostare la visione che ha di se stesso. Stare da solo e risolvere anche il quotidiano aiuta a conoscersi e ad avere stima delle proprie capacità. Alzare l’asticella dell’autosima vuol dire anche cambiare la maniera di affrontare gli altri e quindi potrebbe essere pronto per una relazione di coppia. Adesso stiamo lavorando in questa direzione ed entro quest’anno dovremmo riuscire a concretizzare questo obiettivo.
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Ven Giu 22, 2018 5:08 am
Devo dire che avete centrato in pieno la mia situazione, e anzi mi date ulteriori spunti e prospettive, sia Aquila che Dreamer.
Vi ringrazio di cuore veramente.
Innanzitutto sento che le vostre storie sono analoghe alle mie, anche se date due punti di vista diversi.

Per Dreamer
Hai fatto bene ha parlare di te e neanche l'hai fatto "troppo" come tu dici. In realtà di spunti me ne dai molti, ti ringrazio. Mi riconosco in tutto quello che dici, tutto. Evito di citarti perché farei un copia e incolla di tutto quello che hai scritto, a partire dall'analisi sulla mia ex, alla scoperta del narcisismo, all'analisi su di me, sulle dinamiche della mia famiglia fino ad approdare alla visione di una madre con tratti da narciso come dici tu. A tal proposito ricordo di aver letto un articolo in cui si parlava di figli di Np che sono più inclini a cercare partner Np. Molto spicciolo detto così, però aveva una sua logica.

Per Aquila
Si, torneare a vivere da solo è in cima alla lista. Ma proprio su. E' innanzitutto una necessità, come individuo, come uomo. Purtroppo non ho la possibilità economica al momento di andare, se sono tornato con i miei è perché ho dovuto. Forse a ottobre sarò di nuovo a spasso e (lo dico come fosse un'avventura) non so che farò.
Al momento posso dirmi "indipendente" e mi sento così, soprattutto perché la mia autostima non dipende dai miei genitori. Non più almeno. In questo senso sono cresciuto molto negli anni. Posso dire di aver trovato me stesso, che è una grande cosa.


Grazie per le parole e per il sostegno.
So che il forum non è la soluzione ma è veramente un valido sostegno.
Siete delle belle persone, vi auguro di stare serene, di vivere le vostre vite appieno e di farlo con le persone che vi fanno stare bene.
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Dom Giu 24, 2018 3:08 am
Grazie a te Libero, siete Voi che ogni giorno con le Vostre storie e i Vostri confronti tenete in vita il forum, e spesso non è facile condividere le proprie paure, i propri dolori. Ricambio gli auguri di serenità, tutti noi ne abbiamo un gran bisogno.
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