amore, narcisismo e relazioni patologiche
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Valentina
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Come si comporta un narcisista in una relazione stabile?  Empty Come si comporta un narcisista in una relazione stabile?

Lun Set 20, 2021 4:26 pm
Il narcisista in realtà preferirebbe convivere, non avere impegni duraturi e spesso non vuole figli, perché questi – interferirebbero con la loro individualità o i loro progetti di realizzazione personale. Se hanno figli, questi debbono “ripagarli dei loro sacrifici”, soddisfare le aspettative irrealistiche di realizzazione o sogni disattesi e di sovente sono controllati in modo freddo e distaccato, vivendo in un mondo fatato, ma privo di amore. In tal senso, anche un partner può essere percepito come un ostacolo alla propria realizzazione personale, ecco perché i narcisisti preferiscono stare sempre con un piede fuori dal legame, i legami li spaventano, così come l’intimità; se si impegnano, si aspettano che il partner rispetti la loro individualità, non mini la loro autonomia e sposi con lui/lei anche i suoi progetti e/o ideali progetti; per questo i narcisisti tendono ad essere svalutanti verso qualsiasi forma di coinvolgimento emotivo, ma anche possessivi e controllanti, rifiutando nel contempo qualsiasi forma di reale condivisione con l’altro.
In genere il narcisista sceglie un partner altrettanto narcisista, ma che chiameremo “complementare” o “ inverso”, qualcuno che lo idealizzi, lo ammiri, che gli lasci assumere il controllo della relazione e che quindi non intralci la sua realizzazione personale. Il narcisista grandioso ricerca ammiratori, sudditi e discepoli, per questo è attratto (e attrae) persone che percepisce (o si percepiscono) come “inferiori” a lui/lei per status sociale, età, o condizione di disagio fisico o psicologico e che per questo non offuscano la sua grandezza (reale o immaginaria) e gli permettono di avanzare nella vita verso i suoi obiettivi senza particolari sacrifici o intralci. Dietro a molte crocerossine/crocerossini c’è spesso un narcisista grandioso, dietro a un passivo-aggressivo evitante o una personalità dipendente un narcisista inverso/complementare. Il narcisista complementare, che inizialmente è quello/a più innamorato/a e grato all’altro per averlo/a degnato/a della sua presenza, in seguito soffrirà moltissimo, perché dopo aver rinunciato a realizzare sé stesso per innalzare l’altro partner, si sentirà profondamente deluso quando il narcisista grandioso non lo ripagherà affatto, anzi lo svaluterà o lo/la depriverà emotivamente, così preso com’è dalla regìa del suo film immaginario, in cui l’altro è solo un attore, una marionetta, e non un co-.regista. Questi ruoli possono alternarsi in una coppia durante la vita. Il narcisista complementare, a causa della sua scarsa autostima, non si rende conto di aver rinunciato a realizzare se stesso per fondersi con l’identità che il narcisista grandioso sogna per se stesso. Ecco che si crea un grande equivoco.Il narcisista grandioso, crede che – avendo trovato un partner inferiore a lui/lei non rischierà mai di perdere il suo Sé ideale e grandioso, di doversi coinvolgere o sacrificare in una relazione reale e potrà quindi controllare l’altro, mantenendo con lui/lei una relazione superficiale, di reciproca utilità in cui il partner è soddisfatto per il semplice fatto di stare con lui/lei. Per questo il NG, ritiene che l’altro lo ammirerà e gli sarà eternamente grato per avergli dato in prestito un’identità ideale; il NC dal canto suo, fondendosi simbioticamente con l’altro potrà difendersi dalla consapevolezza della sua invidia, delle sue fantasie di onnipotenza e i suoi complessi di inferiorità. Con il tempo però, questo equivoco si trasforma in un conflitto di potere: il narcisista complementare – che ha rinunciato al suo sé per realizzare un sogno nel quale fotografa l’altro in un’immagine idealizzata e si appropria di fatto, dell’identità immaginaria del narcisista grandioso, si sentirà poco ripagato della sua rinuncia e in seguito alla carenza di riconoscimento, inizierà a svalutare il NG al fine di risollevare la sua carente autostima. La parte drammatica della storia è che soffrono tremendamente entrambi: uno ha proiettato sull’altro un’immagine ideale e cerca di applicare questa immagine ideale al suo partner, non importa quanto l’altro si manifesti opposto a tale ideale. L’altro ha rinunciato a se stesso per prendere in prestito un’identità fittizia, nella quale presto si sentirà stretto e dalla quale vorrà liberarsi per trovare la sua vera identità. Il NC è talmente attaccato alla sua visione idealistica del partner, che nessuna delusione, fatto reale o evidenza potrà dissuaderlo/a; lui/lei cerca una relazione assoluta totalizzante, ideale, mentre l’altro/a si accontenta di una relazione reale, mite, priva di poesia e alti ideali, superficiale e strumentale. Una pacifica convivenza. Entrambi di base, hanno una visione idealizzata, fusionale della coppia e hanno paura che avvicinandosi troppo l’un l’altra, in una vera intimità, potrebbero soffrire, essere traditi, scoprire le proprie fragilità e restare delusi, per questo attaccano l’altro prima che possa farlo l’altro e preferiscono controllare l’altro e spingerlo ad incarnare il quadretto ideale, che sentono essere degno di approvazione sociale indiscussa. Alla lunga i due sprofondano in una reciproca co-dipendenza sado-masochistica, con gravi crisi drammatiche, in cui uno mette l’altro di fronte alle sue mancanze nel rapporto, lo giudica, lo incolpa e lo mette di fronte alla sua freddezza, alla sua superficialità e l’altro si sentirà invaso e biasimato, difendendosi con attacchi passivo-aggressivi e ritirandosi nel mutismo più completo.Sono frequenti gli attacchi indiretti, che spesso definiamo “violenza psicologica”: mancare un appuntamento importante, dimenticare compleanni, svalutare la dignità dell’altro in base al genere (gli uomini non servono a nulla, le donne sono tutte mediocri e sciocche), screditare il partner, le sue iniziative o le persone che frequenta, punire l’altro con silenzi o mancate risposte a quesiti diretti..etc.. La coppia è caratterizzata da frequenti battibecchi, rancori un odio sottile, provocazioni che mirano a screditare l’altro; sono frequenti le “separazioni in casa” per la crescita dei figli o per la convenienza materiale, in cui entrambi hanno un’altra vita, non necessariamente altri partner. Il S***o è usato come arma: serve a riconquistare l’altro, a sfogare la rabbia oppure a punirlo/a con l’astinenza. Per questo motivo, sono frequenti i tradimenti per rabbia, risentimento, puro libertinaggio o per risollevare l’autostima. Un segno importante è la continua necessità di vendicarsi apertamente o meno apertamente e la guerra aperta, finalizzata a distruggere l’altro, I più fortunati, invece, negli anni, riescono a costruire un rapporto di leale amicizia, di conoscenza delle reciproche trappole e a lavorare sulla propria autostima e sull’autonomia affettiva. Al di là degli ideali d’amore, non per tutti l’intimità è una dimensione praticabile e la disillusione rispetto ai quadri romantici di amore perfetto, è una strada perseguibile per strutturare un rapporto più concreto di reciproco

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